Di Orazio Ruggieri.
La notizia ha colto tutti di sorpresa. Quasi muta e sicuramente attonita “al nunzio”, la gente del paese si è, inizialmente, interrogata se la voce fosse fondata o se, come tutti si auguravano, la confusa colleganza con figure la cui omonimia identitaria potesse lasciar adito a scambio di persone avesse potuto ingenerare quella forte ansia che coglie tutti al recepimento di una di quelle notizie che sconquassano l’animo. Purtroppo, dopo i primi e reiterati riscontri, la dura verità è stata dovuta accettare da tutti. Vito La Rocca, 71 anni, il professore di Educazione Artistica; Vito La Rocca il fotografo che ha cavalcato due secoli; Vito La Rocca, l’ottico optometrista; Vito La Rocca, lo scultore, il creatore di opere che hanno affascinato i recensori del settore, il ricercatore e, soprattutto, Vito La Rocca, il composto e serafico interlocutore che quasi mai ha ceduto alla foga del confronto dialettico, rispettosissimo, innanzi tutto, delle idee che contraddistinguevano l’identità ideologica della persona cui si stava sistematicamente rapportando; Vito La Rocca non era più tra di noi. Un destino, oggetto di unanime imprecazione da parte di chi, per un attimo, dimentica il monito evangelico “Et vos estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis venit” (Voi siate preparati, perché nell’ora che non supponete, il Figlio dell’uomo viene. Luca 12,40), se lo è portato via, assottigliando la lista dei buoni che impreziosiscono, seppure in misura molto ridotta, la presenza umana sull’orbe terrarum. Una autentica incapacità di reazione ha caratterizzato tutto il pomeriggio di lunedi 25, quando la gente non ha saputo fare altro, con una visione pragmaticamente laica, di rammaricarsi per l’ingiusta sorte che troppe volte aspetta coloro che danno al percorso esistenziale terreno una luminosità tanto solare e corroborante per l’integrazione autentica con tutti. Poi la mesta attestazione di stima per l’uomo e di cordoglio per la sua scomparsa rivolta alla moglie, ai tre figli, ai tanti congiunti, alla cugina Brunella Maggiacomo, giornalista professionista operante presso il quotidiano Latina Editoriale Oggi, al fratello Orazio, corrispondente, ai suoi esordi professionali, de “Il Messaggero”, quotidiano che si è anche avvalso dell’apprezzata produzione fotografica del “maestro” Vito, già vaticanista di “Repubblica”, cui, in seguito, ha aggiunto l’identica specifica esperienza e operatività di acuto osservatore presso il gruppo “L’Espresso” e, da poco tempo, anche presso la “Mondadori”, oltre che presidente del Comitato Maria SS. della Civita, in occasione della cui ricorrenza patronale organizza il convegno di apertura del mese dei festeggiamenti, trattando temi attinenti la figura e la caratterizzazione mariana e della figura femminile nella società di oggi, convegno che ha visto la partecipazione di nomi dello spessore universale nel mondo della religione, della cultura, dell’impegno sociale. E saranno in tanti, provenienti anche da fuori regione a prendere parte al rito esequiale che verrà celebrato oggi, martedi 26 settembre, alle ore 15,30, presso la chiesa dell’Annunziata a Itri, in quello stesso sito religioso che ha visto tante volte Vito consegnare le sue meravigliose scultura agli ospiti prestigiosi del convegno mariano di fine luglio che, come sempre, registra la direzione organizzativa dell’insostituibile Amedeo Masella, amico fraterno, da una vita, con una intensità pari per entrambi, del fratello Orazio e del mai troppo compianto Vito.
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