Otto ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dalla squadra mobile della Questura di Latina nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalle procure di Perugia e Latina. Tra i destinatari delle ordinanze, di cui 4 in carcere e 4 ai domiciliari, un magistrato e un cancelliere, entrambi in servizio presso il Tribunale di Latina, alcuni professionisti e un sottufficiale della Guardia di Finanza. I reati contestati vanno dalla corruzione, alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione, all’induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità, alla turbativa d’asta, al falso ed alla rivelazione di segreto nonché all’accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale.
Le indagini, coordinate in collaborazione dalle Autorità giudiziarie del capoluogo pontino ed umbro, erano state avviate in seguito a una denuncia presentata presso la Procura della Repubblica di Latina, in cui si prospettavano fatti di bancarotta nell’ambito di un concordato preventivo. L’attività investigativa, delegata alla Squadra Mobile di Latina, ha portato a far emergere, spiega la Questura, “un consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal giudice nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso”.
E’ inoltre emersa “l’esistenza di azioni illecite volte a influenzare il corretto svolgimento delle aste disposte dal Tribunale di Latina per la vendita di beni oggetto di liquidazione nelle procedure concorsuali”. “Allo stesso modo, nel corso delle indagini, sono state accertate reiterate attività di accesso abusivo al sistema informatico del Registro Generale della Procura della Repubblica di Latina, al fine di consentire ad alcuni soggetti sottoposti a indagine di poter eludere le attività investigative a loro carico, attraverso la conoscenza di dati coperti da segreto istruttorio”.
Sono in corso attività finalizzate al sequestro dei profitti di reato, rappresentati da denaro contante e oggetti preziosi, stimabili allo stato approssimativamente in una cifra superiore al milione di euro. Le attività sono state coordinate dal procuratore aggiunto Antonella Duchini, della Procura di Perugia, e dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, della Procura di Latina.
fonte: adnkronos
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