La notizia riguardante l’emendamento proposto e votato in Consiglio Regionale del Lazio in questi giorni sulla delocalizzazione degli impianti di acquacoltura ci ha lasciato molto perplessi e sta destando preoccupazioni alle quali vogliamo dare voce.
Non è la proposta in sé, cioè quella di produrre una carta tecnica regionale che individui le aree idonee e non idonee all’acquacoltura , ciò che desta la nostra contrarietà: in linea teorica essa può diventare senza dubbio uno strumento importante per gli Enti Locali che dovranno fornire le necessarie concessioni.
Però, se ciò può valere in generale , non ha alcun valore per quanto riguarda l’area sensibile del golfo di Gaeta. A nostro giudizio, la proposta può inutilmente, ma dannosamente, dilatare i tempi della decisione e rinviare ancora una volta lo spostamento degli impianti e quindi il compimento dell’area sensibile.
L’area individuata come sensibile in relazione al nostro Golfo è da ben dieci anni (la norma è del 2010) dichiarata inidonea alla itticoltura. Cosa altro c’è da sottoporre a studio ?
Quanto poi ai siti ove delocalizzare, da sempre è stato individuato lo spostamento off shore fuori Punta Stendardo di tutta l’impiantistica.
Quindi il problema, nel nostro caso, non è definire quali aree siano idonee o non idonee (perché già sappiamo che NON lo sono) o dove spostare gli impianti, ma subordinare il rinnovo delle concessioni alla delocalizzazione al di fuori dell’area sensibile.
A tal riguardo, pur avendo sollecitato innumerevoli volte gli Enti interessati e le nostre Amministrazioni Comunali, non intravvediamo alcuna presa di posizione, tanto meno l’ombra di un’azione amministrativa.
Chiediamo trasparenza e accelerazione nelle procedure.
Liberare il Golfo dalla impiantistica è un obbligo. Il 31 dicembre scadono molte concessioni.
Chiediamo inoltre, ai rappresentanti regionali, di verificare l’eventuale necessità di una modifica alla delimitazione dell’area sensibile, già da noi più volte richiesta.
A tale proposito ricordiamo che l’Amministrazione Comunale di Minturno ha deliberato una proposta di ampliamento dell’area sensibile che, sarebbe il caso, fosse assunta e fatta oggetto di dibattito in Regione.
Pretendiamo che i comuni di Gaeta e Formia, competenti per il rinnovo delle concessioni, si incontrino ad un tavolo di confronto politico- amministrativo aperto alle forze sociali e politiche del territorio.
Art Uno interverrà ancora, anche attraverso il costituendo Comitato provinciale Area sensibile e delocalizzazione Impianti del Golfo di Gaeta.
Necessario, a nostro giudizio, evitare in tutti i modi che ci sia un arretramento di decisioni importanti e un rimandare sine die lo spostamento fuori Punta Stendardo dell’impiantistica di itticoltura e la realizzazione piena dell’area sensibile del golfo di Gaeta, azione in grado di cominciare a dare ossigeno e salute al nostro mare e al nostro territorio .
Non vorremo che questa ‘carta della regione’ diventi un pretesto al quale le amministrazioni comunali potranno aggrapparsi per lasciare le cose immutate.
Comportamenti orientati a rimandare il problema offrono, peraltro, il fianco a chi vorrà politicamente utilizzarlo.
Art Uno – Leu Formia /Coordinamento provinciale
Comitato provinciale area sensibile e delocalizzazione