Il segreto è stato ribaltare la piramide: anteporre le esigenze dei pedoni a quelle delle auto, affiancare agli interessi degli adulti il diritto dei bambini di vivere in un posto fatto a loro misura. Pontevedra è un Comune di 103 mila abitanti sito a nord-ovest della Spagna nella comunità autonoma della Galizia. Per la sua qualità urbana nel 2013 a Bruxelles gli è stato conferito il premio europeo “Intermodes”. Nel 2014 ha ricevuto a Dubai il premio internazionale “Onu-Habitat”. L’anno successivo è arrivato il premio internazionale di eccellenza urbana del “Center for Active Design” di New York.
Il Presidente del Consiglio Comunale Maurizio Tallerini e l’Assessore alle Politiche Sociali Giovanni D’Angiò sono stati di recente in viaggio a Pontevedra per studiare le soluzioni innovative che da anni fanno del centro galiziano una delle città più vivibili del mondo. Con loro una delegazione di Regione e CNR e gli altri amministratori del Lazio che hanno aderito al progetto della “Città dei bambini”.
“E’ stata un’esperienza bellissima e straordinariamente formativa – commenta il Presidente Maurizio Tallerini -. Basta entrare nel circuito urbano di Pontevedra per rendersi conto della differenza. In Italia vengono prima le auto, poi i pedoni, gli anziani e i bambini. Lì la scala dei valori è totalmente ribaltata. Il centro urbano è interamente pedonale, i marciapiedi sono a raso con la strada. Si entra in auto solo per il tempo che serve ad espletare un servizio: un quarto d’ora, massimo venti minuti. Le macchine dei Vigili, munite di telecamera, sovrintendono al rispetto delle regole che sono condivise dall’intera comunità, percepite non come un limite ma come uno strumento prezioso di convivenza da preservare attraverso il comportamento di ognuno. E’ stata creata una cartina metro-minuto, una mappa delle distanze a piedi nel centro città che indica il tempo di percorrenza e i metri tra un luogo ed un altro. Camminare a piedi fa bene alla salute, oltre che all’ambiente. E’ un toccasana per l’umore e riduce il rischio di malattie. Previene ad esempio il diabete, fa perdere peso, aumenta le difese immunitarie e risveglia la tiroide. Trenta minuti di camminata leggera allungano la vita e a Pontevedra lo hanno capito meglio di chiunque altro. La popolazione è passata in poco tempo da 73 mila abitanti a 103 mila senza ridurre gli spazi per l’individuo e continuando a garantire per tutti un alto livello di qualità della vita”.
“L’esempio di Pontevedra – spiega l’Assessore Giovanni D’Angiò – dimostra che passare dalle parole ai fatti è possibile e il rispetto dei bisogni dei bambini non intacca ma anzi favorisce il benessere dell’intera comunità. La mattina i bambini vanno a scuola da soli. Si incontrano nei punti cruciali della città e insieme raggiungono a piedi i plessi scolastici sotto il controllo di comitati costituiti da genitori ed esercenti. Ogni negozio reca il bollino del progetto. In caso di necessità, i bambini possono fermarvisi e contattare i genitori. Gli spazi di autonomia sono garantiti in un quadro di totale sicurezza e controllo. I più piccoli sono al centro della programmazione. Possono muoversi, giocare, frequentare le strutture di formazione e intrattenimento al riparo dal pericolo delle auto. I loro bisogni vengono ascoltati attraverso percorsi di democrazia partecipata. Tutto questo ha un riflesso concreto sulla vita delle persone. Il Comune ha avuto il coraggio di chiudere al traffico la statale a quattro corsie che attraversava la città. Sulle vie è rifiorita la vita: botteghe, attività con tavolini all’aperto. E’ questo il modello a cui guardiamo. L’Amministrazione di Formia ha aderito al progetto della ‘Città dei bambini’ promosso da Regione e Cnr. Partiremo presto con l’istituzione del Consiglio dei Bambini – spiega l’Assessore D’Angiò che del progetto è promotore e referente sul territorio -. Il passo successivo sarà, d’intesa con le scuole, la sperimentazione di percorsi di autonomia che consentano ai bambini di raggiungere a piedi le loro sedi scolastiche. Vedremo i risultati e stabiliremo come eventualmente ampliare gli ambiti di sperimentazione. Ma una cosa è certa e Pontevedra lo dimostra: cambiare è possibile. Serve coraggio nelle scelte e una svolta nella mentalità”.
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