Venerdì 4 dicembre, alle ore 18, presso il Museo Diocesano, si terrà la presentazione “Il Principe Anselmo” di Palmina La Vecchia. Il nuovo lavoro dell’autrice di “Mi chiamo Beba” presenta vizi e rare virtù di una cittadina dell’Italia centro-meridionale. La piazza, un enigmatico clochard, storie di tradimenti consumati e da consumare e di pane sfornato prima che sorga il sole, danno vita a un romanzo corale che sa di mito e di vita vissuta, di mare e di perdizione. Leggere il nuovo lavoro del Capitano Palma Lavecchia è come immergersi in un racconto pirandelliano, in cui prendono vita attraverso suggestive narrazioni le storie dalle sfumature straordinariamente erotiche di un tempo passato, in cui nascevano figli degli stupri di guerra consumati dalle compagnie marocchine agli ordini degli Alleati, ma in cui la gente ancora scendeva in piazza, alla sera, con una sedia, per incontrare gli altri.
Da segnare in agenda anche l’imperdibile appuntamento di sabato 5 dicembre, presso il Teatro Ariston che, a partire dalle ore 9.30, ospiterà un incontro dibattito con gli studenti della città. “La violenza contro le donne è una terribile piaga sociale – afferma l’Assessore alla Cultura Francesca Lucreziano – che assume forme che vanno dall’estremo del femminicidio allo stalking e alle tante declinazioni di violenze quotidiane e famigliari, fisiche e psicologiche. Il dibattito sarà l’occasione perfetta per riflettere su tutto questo, in un confronto con i giovani, i principali interlocutori della nostra rassegna di eventi, perché è con essi e grazie ad essi che, come abbiamo già avuto modo di ribadire, sarà possibile creare una società senza violenze, dove uomini e donne hanno pari dignità e opportunità. Si potrà contribuire alla diffusione di una cultura dell’ascolto e dell’incontro, che aiuti le donne, ma anche gli uomini, vittime di abusi e violenze a “farsi aiutare”, e a riappropriarsi della loro vita”.
L’incontro sarà animato dalla presentazione del libro “Mi chiamo Beba” di Palmina La Vecchia, che narra una storia di persecuzione resistenza e rinascita, quasi una panoramica dei pericoli a cui vanno incontro le donne in un Paese maschilista e ignorante. La storia di Beba, diminutivo di Benedetta, la protagonista, una delle tante, troppe vittime della violenza maschile, e della sua lotta per amore del figlio Mattia e della vita insegna a resistere e a non darsi mai per vinte. Ma soprattutto spiega, una volta per tutte, che se un uomo picchia una donna non lo fa per amore, ma solo per un senso distorto e malato di possesso. Quell’uomo non va protetto e le vittime non possono pensare di cambiarlo immolando la loro vita, ma va denunciato e fatto curare. È l’unico modo per farla finita col femminicidio e per avere una società migliore.
Di forte impatto e profonda riflessione sarà, a seguire, il racconto di Veronica De Laurentiis, Presidente dell’omonima Associazione ONLUS “Centro Silvana Mangano”, che darà voce alla violenza da lei subita e alla sua esperienza di rinascita.
Renderanno l’incontro dibattito ancora più coinvolgente la Scuola di Danza “Centro del Movimento” con la coreografia “L’Urlo” di Francesco Azzari; l’Associazione “Tamburo Rosso” di e con l’artista Valentina Ferraiuolo che canterà e racconterà il ruolo della donna nella tradizione popolare. Mentre il gruppo artistico del Liceo Scientifico E. Fermi realizzerà un flashmob, nello spazio antistante il Teatro coordinato dal ballerino coreografo Francesco Azzari.
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