“Chiediamo di riunire in tempi brevi un tavolo tecnico con Regione Lazio e Acqualatina”. Lo dichiara il sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro, in merito alla vicenda della realizzazione del dissalatore sull’isola pontina.
“Non siamo contrari a tale opera – spiega il primo cittadino – ma contestiamo il posizionamento e il metodo utilizzato dal gestore idrico di imporre le proprie scelte senza tenere nella debita considerazione le ragioni di tutela ambientale. In particolare, il pozzo di prelevamento posizionato nell’ambito del porto nuovo non ci sembra adeguato, in quanto a ridosso del passaggio di navi di linea e da diporto, sovrapponendosi per giunta ad un’area demaniale, già concessa in uso al Comune di Ventotene. A questo si aggiungono i problemi derivanti dall’imponente rilascio di salamoia nello specchio acqueo interessato che, ricordiamo, ricade in un’area marina protetta che deve essere salvaguardata”.
“Acqualatina – prosegue il sindaco Santomauro – ci ha imposto quest’opera senza alcun confronto e ora dichiara di recedere dal protocollo d’intesa. Un’operazione che noi contestiamo, in quanto il gestore idrico ha il dovere di realizzare l’impianto, rispettando gli obblighi imposti dalla legge. Il Comune ribadisce la sua volontà di collaborazione con le istituzioni coinvolte, ma, al tempo stesso, non può sottrarsi al suo dovere istituzionale di controllo sulla conformità alla legge delle opere da realizzare. Collaborazione non significa supina accettazione di proposte contrarie all’interesse della collettività. Non siamo contrari al dissalatore, perché rappresenta una garanzia di approvvigionamento idrico per l’isola ma devono essere comprovate l’economicità e la tutela dell’ambiente”.
“Chiediamo, pertanto – aggiunge – un confronto serio in un tavolo tecnico con Regione e gestore idrico, nel quale discutere alla pari, a difesa della tutela dei cittadini e dell’ambiente marino, nel quale rivedere il posizionamento del dissalatore in un’altra zona più idonea. Ribadiamo, infine, che le mancanze di Acqualatina non ricadano sui cittadini e diciamo fin da subito no ad eventuali aumenti tariffari, specificando apertamente che unica condizione necessaria affinché il Comune prenda parte alle discussioni di ordine tecnico è il mantenimento delle bollette a una soglia non superiore a quella antecedente alla gestione di Acqualatina.
In sintesi, noi proponiamo che, nel rivedere il progetto del dissalatore, si consideri il sale che residua dopo il processo di dissalazione (la cosiddetta salamoia) non più come uno scarto industriale da sversare in mare, compromettendo l’ambiente incontaminato dell’Area Marina Protetta, ma come una risorsa da utilizzare, attraverso specifiche metodologie di cristallizzazione, per scopi legati a trattamenti estetici, per gli acquariofili e altri utilizzi in campo alimentare e agricolo.
In più, tenendo presente che ci troviamo in un’area Sic (Sito di interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale), chiediamo che si studi l’impiego di fonti di energia ecosostenibile per alimentare il dissalatore e non l’utilizzo di carburanti di origine fossile che andrebbero ad inquinare un ecosistema così fragile come quello di Ventotene
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