Dolci da una Gaeta di altri tempi, le “ciammelle elenesi”

20130927-003700.jpgProbabilmente sono poco note ai più giovani e forse anche i meno giovani se le sono dimenticate, ma le “ciammelle elenesi” sono un dolce tipico della tradizione gaetana. Il nome deriva infatti dal quartiere Elena, vecchio modo di chiamare la zona al di fuori delle mura di Gaeta medievale.
Oggi è diventato molto difficile trovare queste piccole ciambelline, il cui cuore è fatto di un semplice impasto di farina, uova e un filo di olio extravergine d’oliva. Quello che le caratterizza infatti è il “naspro”, la glassa bianca di zucchero e limone che le ricopre e riempie le stanze con il suo profumo inebriante.
Fare le ciammelle richiede fatica e olio di gomito, ma soprattutto esperienza e passione. Una volta data alle ciammelle la loro caratteristica forma e dopo averle cotte in forno, si tuffano in un pentolone ricco di “naspro” ancora liquido e caldo e si mescolano dal basso verso l’alto fino a completa “naspratura” e cioè finché la glassa diventa bianca e quasi del tutto asciutta.

Curiosi di vedere come si fa? Ecco il video:

Mangiare le ciammelle ancora calde, appena “nasprate” è un’esperienza unica, in cui la ciambellina asciutta e dal sapore neutro esalta la ricchezza di una glassa ancora morbida che sprigiona tutti i suoi intensi profumi. Solo chi le ha assaggiate può capire cosa significa!

“e così, di pensiero in pensiero, ci vien fatto di domandarci per quanto tempo ancora le deliziose ciambelle elenesi, dal bianco giulebbe nuziale, avranno un posto nelle vetrine dei nostri pasticcieri”
Pasquale Di Ciaccio, “Gaeta d’altri tempi”, Editore Planco, 1968

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