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“Dopo quasi un anno non sono questi i risultati che ci aspettavamo”: ecco le dichiarazioni di Ina Camilli

Lo scorso novembre abbiamo ricevuto una segnalazione scritta sul “grave disagio degli utenti del servizio analisi di laboratorio del distretto di Colleferro, costretti a recarsi a fare la fila la mattina alle 6,00 per poter rientrare nelle 120 prestazioni giornaliere. Solo per essere chiaro, poiché immagino non siate mai stati costretti a subire disservizi tali, la fila si tiene all’aperto anche con la pioggia ed in pieno inverno, anche per anziani e bambini; soprattutto questi ultimi, per poter frequentare la scuola, debbono necessariamente essere in fila alle 6,00. Ciò che non mi è chiaro, però, è il motivo per cui, contemporaneamente, la Regione Lazio rimborsa le medesime prestazioni a laboratori convenzionati sul territorio: non si potrebbero destinare tali risorse per potenziare il servizio pubblico e renderlo più umano? Mi preme sottolineare che stiamo trattando di un servizio di estrema necessità.

Poiché sono ignorante in materia, gradirei conoscere il funzionamento e le motivazioni delle convenzioni esterne”, presumibilmente, all’epoca dei fatti, con la Euromedical.

Il Sindaco Sanna e il Vice Sindaco e Assessore alla Sanità Stanzani ci hanno informato che il problema è risolto, ma per le ragioni che ora dirò sarebbe stato – forse – più prudente comunicare alla cittadinanza quali provvedimenti erano stati adottati, oltre all’adozione di nuove misure qualora necessarie per meglio centrare l’obiettivo, rimandando ogni valutazione sui risultati conseguiti al termine di un periodo di sperimentazione.

E’ umanamente comprensibile e politicamente condivisibile sentirsi soddisfatti nell’aver ottenuto i “risultati sperati”, soprattutto perché il Sindaco è l’autorità sanitaria locale, il “primo garante della salute pubblica”, ma in questo caso è stato messo in atto un modesto intervento riorganizzativo, quanto mai reclamato per anni!

La ASL ha tra i suoi compiti quello di assicurare ai propri assistiti l’erogazione delle prestazioni previste dai livelli essenziali di assistenza definiti dal piano sanitario nazionale e dalla programmazione regionale, a tutti coloro che ne hanno titolo.

Quindi l’obiettivo principale per noi (ed anche per i nostri Amministratori, in quanto “difensori” della salute dei loro cittadini) è quello di aumentare il numero complessivo giornaliero dei prelievi ambulatoriali (per esami emato-chimici e ormonali) e, da questo punto di vista, riteniamo che l’anticipazione di mezz’ora dell’ingresso degli utenti sia servito a molto poco. Infatti il numero di tali prestazioni è rimasto uguale a prima: 120 prelievi giornalieri; anzi è escluso il sabato mentre fino a quattro anni fa il servizio assicurava 220 prelievi per 6 giorni.

Così la Asl continua a non essere in grado di soddisfare le richieste dei malati che in buona parte sono costretti a rivolgersi altrove, per lo più in strutture private. In tal modo vengono ridotti i rimborsi regionali cui la Asl avrebbe diritto (e che potrebbero servire per potenziare gli ambulatori stessi), a vantaggio di laboratori privati.

Perché, dobbiamo domandarci, la ASL ha diminuito le analisi e così facendo ha rinunciato ai rimborsi regionali? 

Se dispone di un surplus di risorse provveda alacremente a saldare i conti con la SO.I.M. srl di Colleferro, la società che ha eseguito le opere di ampliamento e ristrutturazione dell’Ospedale cittadino (dal Messaggero del 19.2.2016), che dal novembre 2015 non riesce ad ottenere il pagamento dei lavori!

Tra l’altro, i rimborsi di un solo giorno coprirebbero abbondantemente il costo del personale.

Per non parlare poi di spese economiche a carico dei malati stessi, i quali in un laboratorio convenzionato devono pagare alcune comuni analisi, anche se esenti per reddito o per patologia, nonché dei disagi fisici dovuti a perdite di tempo e spostamenti vari. 

L’anticipazione della mezz’ora ci sembra una misura organizzativa di tipo amministrativo di buon senso ma del tutto inutile se non si accompagna a un effettivo aumento del numero dei prelievi.

La vera questione da affrontare riguarda l’attuazione punto per punto dell’Accordo stipulato il 5 luglio 2015 tra il dott. D’Amato e i Sindaci del territorio, a seguito della perdita dei 4 reparti materno-infantili dell’Ospedale cittadino.

 “La sanità è un diritto dei cittadini ed è un argomento sul quale non è consentito scherzare”, hanno dichiarato a conclusione della negoziazione (http://www.cronachecittadine.it/ospedale-di-colleferro-nulla-da-fare-per-mantenere-i-reparti-in-cambio-un-centro-di-eccellenza-per-le-emergenze/).

Su questo Accordo, per quanto insoddisfacente nei contenuti, chiediamo “Il confronto, anche serrato” e vogliamo conoscere i risultati di “un lavoro di mesi fatto di consultazioni, negoziazioni e studi”. I “molti punti aperti che necessitano una discussione profonda con la Asl Rm 5” sono quelli dell’Accordo ed è su questo vogliamo informazioni.

La segnalazione di cui dicevo all’inizio si concludeva così: “Cosa ne penserebbe la Corte dei Conti dei maggiori costi sostenuti dal sistema rispetto a quelli di gestione diretta del servizio?”

 Per evitare un eventuale nuovo intervento sanzionatorio della Corte dei Conti su questo interrogativo è necessario provvedere subito.

Ina Camilli 

 

redazione

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