Il casinò è sempre stato argomento di dibattito, per ciò che riguarda la presenza sul territorio. Da una parte c’è la questione del gioco d’azzardo, dall’altra ci sono le potenzialità turistiche di una struttura ricettiva di gioco. Se n’è parlato anche a proposito delle isole del Golfo, in particolare per Ischia e Capri, con tante proposte e discussioni tra le parti in causa.
Se tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, tra il divieto e la concessione c’è di mezzo la liberalizzazione. Al momento, infatti, la questione non è locale ma soprattutto nazionale poiché sono solo quattro i casinò attualmente autorizzati ad operare con sede fisica: Venezia, Sanremo, Saint Vincent e Campione d’Italia. Ogni tipo di discussione, quindi, parte dal presupposto che attualmente la legge italiana vieta l’apertura di ulteriori casinò fisici.
La questione meridionale (del casinò)
I casinò autorizzati si trovano tutti nel nord Italia e questo è sempre stato oggetto di dibattito per i governatori locali.
Nel corso degli anni, infatti, sempre più sindaci del meridione e del centro Italia hanno riaperto il dibattito, proponendo ai propri cittadini idee sull’apertura di casinò in città e criticando la legge nazionale.
Alcuni sindaci nel Golfo hanno partecipato alla discussione, come l’ex sindaco di Capri, Costantino Federico, che ha messo in evidenza l’importanza di un equilibrio nel flusso turistico apportato da un eventuale casinò sull’isola, con delle misure ad hoc. Sempre riguardo ad Ischia, anche Francesco Del Deo qualche anno dopo mise in evidenza l’importanza di regolamentare attentamente la fruizione del gioco sull’isola, fosse anche solo rivolta agli stranieri.
Se n’è parlato anche per Gaeta, anche se in realtà per un Pesce d’Aprile giocato dal sindaco Cosmo Mitrano in combutta con Radio Show Italia 103e5. Anche se, come afferma lo stesso sindaco, c’è qualcosa da tenere seriamente in considerazione.
Una questione di equilibrio
I governanti delle isole del Golfo e i loro cittadini quindi hanno a cuore sia l’economia del proprio territorio, sia l’equilibrio complessivo da mantenere doverosamente per rispettare la quiete, la natura e la genuinità del proprio territorio.
Attualmente non vi sono dei casinò terrestri nel Golfo. Non vi è dunque, attualmente, un turismo di gioco. Chi desidera giocare può farlo come di consuetudine nelle sale scommesse (per scommettere sullo sport o giocare alle slot) oppure nelle sale VLT (slot Videolottery) per tentare la fortuna alle macchinette con alti jackpot. Oltre a queste soluzioni, restano sempre le opzioni di casinò online popolari per giocare dallo smartphone o dal proprio computer. Non manca certo quindi la possibilità di giocare, nei termini previsti dalla legge e nelle strutture in cui è possibile farlo. Ma il casinò può rappresentare un’opportunità economica?
Il Casinò De La Vallée ad esempio ha chiuso il 2021 con un utile di 1,6 milioni sebbene il 2021 non sia stato facile per ciò che riguarda il lockdown. Questo tipo di entrate potrebbe giovare a qualsiasi comune e territorio, sempre che si trovi un giusto compromesso con ciò che di bello un territorio abbia da offrire.
Le isole del Golfo, ma anche alcune bellissime località sulla costiera devono chiedersi se, nel caso di una futura liberalizzazione dei casinò su tutto il territorio, valga la pena o meno offrire una struttura ricettiva di gioco (con possibile hotel annesso) oppure se vada a sconvolgere troppo la propria natura e storia. In quel momento, sarà necessario trovare un punto d’accordo con tutta la comunità al fine di rispettare quanto più possibile le richieste dei residenti e le loro esigenze.
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