di Krizia Celano
La storia rinasce sui Monti Aurunci grazie alla scoperta dello scorso 27 maggio di tre giovani ragazzi pontini con con la passione per l’escursione e la natura: Alex Cinquanta, Roberto Gaetano e Luigi D’Alessandro sono i protagonisti di un ritrovamento inaspettato, frutto di un casuale passeggiare e di un’attenta passione per i dettagli.
Una fortuita uscita mattutina dei tre giovani verso il monumento realizzato in onore dei caduti sulla sommità del Monte Natale in zona Suio Forma ha permesso il ritrovamento di numerose bombe belliche.
In particolare, sono state riconosciute circa 30 bombe da mortaio 105mm di nazionalità inglese, una bomba da mortaio tedesca, due mine anticarro tedesche, una bomba ad effetto fumogeno da mortaio inglese ancora in perfette condizioni, una granata a mano tedesca ancora inesplosa e svariate schegge, il tutto in una zona di circa 800 metri dal primo ritrovamento.
Subito sono intervenute le autorità, prontamente informate dai tre giovani, che hanno messo in sicurezza la zona per permettere, poi, agli artificieri di eseguire le normali procedure.
Molte so ritrovamenti bellici sono state rinvenute alcune grotte da riparo per la notte e resti di trincee difensive costruite con pietre ancora visibili. Corroborata dal fatto che questi ritrovamenti sono stati rinvenuti sotto ammassi di sassi probabilmente caduti nel tempo, è stata formulata l’ipotesi di possibili ulteriori reperti nascosti nella stessa zona.
Probabilmente si tratta di una postazione inglese visti i numerosi ritrovamenti di nazionalità bretone, mentre in cima al monte potrebbe trattarsi di un campo di controllo tedesco durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Sicuramente una grande emozione per i tre giovani amanti dell’escursione, che si sono trovati a fronteggiare personalmente ciò di cui hanno sempre sentito parlare nei libri di storia. “All’inizio eravamo stupiti -raccontano i ragazzi- ma subito dopo lo stupore è sopraggiunta la paura. Non sapevamo come muoverci quando ci siamo resi conto di trovarci su un vero e proprio campo minato. I reperti bellici erano ovunque e riconoscendone alcuni ci siamo resi conto dell’alto rischio di esplosione a cui potevamo essere sottoposti: sebbene siano passati molti anni, l’attività esplosiva di ordigni del genere è forse imprevedibile.”
La scoperta è infatti avvenuta in media res;
“Abbiamo sempre sentito parlare di ritrovamenti come bombe a mano e utensili di guerra -dichiarano ancora- ma questa volta ci siamo trovati di fronte ad una vera pioggia di testimonianze. La cosa più bella è stata, però, scoprire una nuova storia del nostro territorio ed aver contribuito, tramite le forze dell’ordine, a sventare possibili esplosioni e pericoli per terzi”.
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