La detesto. Lo dichiaro subito, così che possiate cogliere nelle mie parole il dispiacere per tutti quei chili di pasta sprecati tra una mozzarella appallottolata e un pomodoro di plastica, tra una pennetta rigata che raggruppa e accoglie con il suo esile corpicino le sorelle pennette appiccicate a lei e una scatoletta di tonno sgocciolata male.
La pasta fredda ha tanti peccati, numerosi difetti che la caratterizzano, ma ci sono azioni fatali che aggravano ulteriormente la sua condizione.
– Passare la pasta sotto l’acqua fredda prima di scolare.
– Abbinare ciò che per natura deve stare separato. Capisco, è un mio problema e di pochi altri. Prosciutto e melone per esempio, da me amatissimi separati, ripudiati in coppia. Li ho visti insieme anche nella pasta fredda, e proprio lì è facile toccare apici simili a un delitto.
– Aggiungere con disinvoltura dadini di mozzarella nella pasta tiepida. Si scioglie, poi si solidifica, poi funge da collante ed ecco pronto un bel timballo da portare in spiaggia.
– Utilizzare il condipasta. Carcere a vita se con olio di semi, wurstel e mais. Il digiuno in certi casi, è solo un atto d’amore.
– Pensare che ciò che buono caldo, sia accettabile anche freddo. Il pesto per esempio è uno dei piatti più deturpati e raffreddati della storia. Con aggiunta di fagiolini e patate lesse somiglierà ad un piatto estivo, ma l’amido vincerà anche sulla vostra apparente buona idea e non vi darà tregua.
– Utilizzare formati di pasta che non usereste mai al mondo per niente altro: farfalle, fusilli, penne rigate. Decisamente nella top dei formati che comprendo di meno.
– Cercare di salvare l’insalvabile. Aggiungere al tonno della scatoletta qualche pomodoro cotto o crudo per spendersi un ultimo tentativo di dignità.
Finisco la mia ondata d’ira con una menzione speciale alla più famosa insalata di riso, cucinata nel giusto modo, con i giusti ingredienti riesce forse ad avere più dignità dell’insalata di pasta.
Non riesco a ricordare o forse proprio non lo so, quando entrambe sono comparse sulle nostre tavole di maccheroniana ispirazione, sugose e calde anche in piena estate.
Forse le abbiamo viste nel menu del Bagno Mario 143 di Rimini, oppure sulle tavole di uova sode decorate e insalata russa degli alberghi 4 stelle pensione completa di moda sempre dagli anni ’60 agli ’80.
Quand’è che abbiamo smesso di scaldare la pasta del giorno prima?
Ora, pensiamoci, quando è meglio mangiare un piatto di pasta freddo che uno caldo cucinato con ingredienti estivi?
Quando è da preferire più di ogni altra ricetta l’insalata di pasta?
Voialtri lettori illuminati, saprete darmi una risposta sensata e anche numerose ricette che proverò una a una per cambiare idea e per dimostrare che un piatto di pasta freddo può avere dignità e può, in casi limite, essere persino buono.
Non è che vi piace di più fredda perché fuori fa caldo, vero?
Fonte: www.dissapore.com
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