Secondo la Procura di Cassino ed i Carabinieri di Formia, nel corso del 2017 avrebbero estorto denaro ai calciatori dell’allora Polisportiva Gaeta per concedere loro la possibilità di lasciare la società e andare a giocare con altre squadre e, in alcune occasioni, l’allora vice-presidente Vincenza Belalba avrebbe anche dichiarato falsamente lo smarrimento di alcuni assegni, con l’intento di impedire ai giocatori di incassare il denaro per i rimborsi che spettava loro.
Fu proprio con questa gravissima accusa che il 20 settembre 2017, nel bel mezzo di un allenamento presso lo stadio Antonio Riciniello, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Formia arrestarono, su ordine del GIP del Tribunale di Cassino, Felice Melchionna, ex allenatore della Polisportiva Gaeta, e Vincenza Belalba, vice presidente della società all’epoca dei fatti, entrambi accusati di estorsione e calunnia.
I due, secondo le indagini svolte all’epoca dai Carabinieri guidati dal tenente Massimo Milano, avrebbero ricattato sei calciatori costringendoli a pagare ingenti somme di denaro, tra i 2.000 i 3.000 euro ciascuno, per ottenere appunto lo “svincolo”. Furono, nell’immediatezza dei fatti, arrestati e posti ai domiciliari, ma la misura cauterale emessa dal Tribunale di Cassino non durò a lungo, venendo successivamente revocata dallo stesso GIP che l’aveva disposta.
Questa mattina la vicenda ha conosciuto il suo epilogo davanti il G.I.P. del Tribunale di Cassino, dott. Domenico Di Croce.
All’udienza del 24 ottobre il P.M. Dott.ssa Marina Marra ha richiesto la condanna per l’ex allenatore del Gaeta calcio Melchionna la pena di anni tre di reclusione, per Belalba Mario la pena di anni 4 di reclusione, e per Belalba Vincenza ex presidente della locale compagine calcistica la pena di anni quattro e mesi sei di reclusione.
Dopo la lunga discussione del collegio di difesa, composto dagli avvocati Matteo Macari, Vincenzo Macari e Pasquale Cardillo Cupo, sono cadute tutte le imputazioni e tutti e tre gli imputati sono stati assolti dai reati di estorsione perchè il fatto non sussiste, e dalle calunnie contestate soltanto a Vincenza Belalba perchè il fatto non costituisce reato.
Si chiude così una vicenda che si trascina oramai da circa otto anni che aveva visto la Procura di Cassino anche richiedere la misura cautelare a carico dei tre imputati, dapprima accolta dal G.I.P. ma poi, una volta chiariti in sede di interrogatorio gli esatti termini della vicenda sottesa alle contestate estorsioni, immediatamente revocata.
La procura aveva anche rivolto atto di appello al Tribunale per il Riesame ma anche il Tribunale Collegiale aveva respinto la nuova richiesta di misura.
Nonostante tutto il rinvio a giudizio da parte del P.M. a fronte del quale le difese hanno chiesto di essere processate con il rito abbreviato.
Ed oggi a fronte della richiesta di pena così severa si pone la parola fine.
Adesso occorrerà attendere 90 giorni per conoscere le motivazioni con le quali tutti gli imputati sono stati assolti dal G.U.P. del Tribunale di Cassino.
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