Il Presidente ff. dell’Ipab SS. Annunziata Piero Bianchi risponde al comunicato stampa divulgato dai rappresentanti dell’UDC di Formia: “Nella nostra azione siamo da sempre abituati a non aspettarci riconoscimenti e ringraziamenti, ma non possiamo tollerare le facili accuse al limite dell’ingiuria. Quanto è apparso sul giornale a proposito della Ex Colonia Di Donato è quanto meno fuorviante. L’IPAB per cercare di restituire alla Città di Formia un bene pubblico da tanti anni in stato di abbandono si è accollata ingenti oneri: ha dovuto cedere per venticinque anni al Comune di Formia un appartamento in Via Vitruvio ed il Centro anziani di Via Sarinola perdendo oltre 30.000 euro all’anno, stornati dai propri servizi sociali, ha dovuto accollarsi responsabilità ed oneri per la complessa procedura della ristrutturazione dell’ex Di Donato, senza, tuttavia, avere nella propria pianta organica, fatta di appena quattro dipendenti, alcun tecnico del settore, al punto tale che l’allora Presidente mise in piedi un apposito ufficio per la ex Di Donato fatto di tutti suoi collaboratori regionali, che hanno autonomamente gestito tutte le fasi della procedura. Il CDA dell’IPAB non è stato mai convinto di imbarcarsi in questa questione, solo perché intuì fin da allora che il finanziamento previsto poteva essere alquanto volatile. Tuttavia, per il bene della Città, ci si è assunti responsabilità ben al di là di quelle proprie. Abbiamo sollecitato ripetutamente la Regione Lazio a liquidarci quanto dovuto. La rendicontazione dei lavori di messa in sicurezza dell’ex Di Donato è datata marzo 2014 e da allora, nonostante continue istanze avanzate alla Regione Lazio (quelle che qualcuno chiama pressioni) e nonostante interventi dell’Amministrazione Comunale di Formia e del Sindaco Bartolomeo, non abbiamo ottenuto risposta alcuna. Il motivo per il quale l’IPAB ha di recente avviato le procedure per la restituzione del bene è tutto nella scelta che il Comune di Formia, Sindaco Forte, fece a suo tempo. Nella convenzione firmata tra quella Amministrazione Comunale e l’IPAB si volle inserire la clausola che il 50% dei lavori sarebbero dovuti terminare entro 2 anni dalla sottoscrizione dell’accordo, ovvero entro luglio 2013. Non solo, si volle anche – sempre da parte dell’allora amministrazione comunale – che i lavori dovessero essere portati a termine entro 4 anni. Poiché i 2 anni sono abbondantemente trascorsi e per i 4 manca poco, e, per colpa della mancata erogazione del finanziamento regionale, il 50% dei lavori di ristrutturazione non è stato eseguito, l’IPAB ha correttamente chiesto il rispetto di quell’atto. Come si vede, il nostro Ente non ha proprio alcuna responsabilità. Per questo colpisce la gratuita accusa che ci viene mossa, al solo scopo forse di buttarla in caciara. Certo, siamo stati costretti ad intervenire duramente su qualche questione come quella, ad esempio, dell’incauto (per usare un eufemismo) acquisto di qualche immobile fatto sempre all’interno di questa vicenda. A tal fine, sarebbe utile sapere cosa ne pensano di questa questione i signori che ci lanciano queste gratuite accuse”. Bianchi conclude con alcune doverose precisazioni sull’attività culturale dell’IPAB: “E’ proprio vero che la lingua batte dove il dente duole. C’è chi gioca a tenere i teatri chiusi e chi, come noi, lavora per tenerli aperti e a disposizione di tutti senza preclusione per alcuno. Certo, quando l’IPab deve lavorare per attuare i propri scopi sociali è giusto che si avvalga delle esperienze migliori che, per fortuna, non mancano nella città di Formia. Anche in questa circostanza ribadiamo la nostra disponibilità ad un confronto pubblico”.