Exultet di #Gaeta. Ultimato a #Roma il restauro del manoscritto dell’XI secolo

ExultetExultet iam angelica turba caelorum. Esulti il coro degli angeli. È il diacono che all’inizio della Veglia di Pasqua intona il canto del Preconio pasquale. Si entra al buio, solo la fiamma del cero pasquale è accesa nelle tenebre. A poco a poco la chiesa si riempie delle luci dell’assemblea, segno della luce di Cristo che illumina la notte. Il testo dell’Exultet diventa un canto di lode al Signore risorto, di ringraziamento per il dono della “notte beata” di Pasqua, simboleggiata dal cero che è frutto del lavoro dell’ape madre.

Particolarità unica dell’Italia meridionale è la produzione di manoscritti sui quali, oltre al testo dell’Exultet, i sapienti artisti amanuensi vollero imprimere l’immagine di ciò che si cantava. Come i moderni PowerPoint, i rotoli pasquali permisero ai fedeli la comprensione visiva del mistero celebrato.

I più antichi rotoli liturgici risalgono all’alto Medioevo e, anche in questo campo, un ruolo chiave ha avuto Gaeta. Il Codex Diplomaticus Cajetanus del 984 menziona infatti un rotolo di benedizione del cero e della fonte (battesimale). Tre dei circa trenta esemplari attualmente esistenti al mondo sono patrimonio della nostra Chiesa di Gaeta e risalgono al X-XI secolo. Alla Biblioteca Nazionale di Parigi è stato invece venduto due secoli fa l’Exultet di Fondi, appartenuto alla chiesa di San Pietro.

Proprio in questi giorni è stato ultimato il restauro del pezzo più prezioso e antico, l’Exultet1. L’opera di restauro è avvenuta presso l’Istituto Centrale per la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma, diretto dalla dottoressa Maria Letizia Sebastiani. La Responsabile del Laboratorio di Restauro Lucilla Nuccetelli ha raccontato il prezioso lavoro avvenuto sul manoscritto, che è stato ripulito delle aggiunge dei precedenti restauri molto invasivi ed è stato trattato al fine di riportarlo, per quanto possibile, allo splendore originario.

Fattivamente l’opera di restauro è stata compiuta dalla giovanissima Lucrezia Vardaro: con cura paziente e meticolosa ha saputo far ritornare alla luce le miniature rappresentanti i temi dell’Exultet e delle raffigurazioni medievali. Tra queste bisogna ricordare l’immagine del Cristo in trono, scelta dall’Arcivescovo come immagine dell’VIII Sinodo diocesano.

Ora l’Exultet si trova in “compagnia” del bellissimo codice purpureo di Rossano, della Cartula con la benedizione di San Francesco a fratello Elia, pezzi orientali, opere autografe del calibro di D’Annunzio: tra pochi mesi ritornerà nella sua Gaeta e farà bella mostra nel nostro Museo diocesano in Piazza De Vio.

Maurizio Di Rienzo

Fonte: Avvenire, Lazio7 Gaeta del 14.02.2016

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