Casa editrice: La Ragnatela Editore
Genere: Thriller/Noir
Pagine: 121
Prezzo: 12,48 €
“Blue Bird” di Fabio Bernardini è un thriller inquietante, in cui si parla di condizionamento ipnotico e di manipolazione e alterazione mentale; il protagonista dell’opera è l’ex criminologo esperto in forme di aggressività estreme Luca Bonanni, che dopo aver accidentalmente ucciso un’innocente durante una sparatoria contro dei criminali, è andato in crisi profonda e ha deciso quindi di lasciare il suo mestiere e di diventare funzionario di un museo antropologico. Luca viene chiamato da Scotland Yard per collaborare con l’ispettrice Jennifer Capobianco a un caso davvero intricato, che ha a che fare con due efferati omicidi. Il primo è accaduto a Londra: in teatro, durante l’ultimo atto dell’opera “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare, viene uccisa barbaramente una nota imprenditrice dell’alta moda femminile. Sia i detective accorsi sul posto che l’anatomopatologo sono scioccati dalla scena del crimine: «Ho difficoltà ad ammetterlo! Se non l’avessi visto con i miei occhi, …non ci crederei! È…, insomma sembra sia stata sbranata. Il cuore è stato asportato!». Tale violento modus operandi viene riproposto il giorno dopo: questa volta ci troviamo a Milano, e il cadavere martoriato di un altro imprenditore viene trovato presso la Conca dell’Incoronata. I giornali hanno parlato di rapina finita male ma a giudicare dalle foto della vittima c’è la mano di un killer spietato e folle: il volto è sfigurato con mezzo orecchio lacerato e la bocca strappata via per metà; anch’egli sembra sia stato sbranato. Ad entrambe le vittime, inoltre, è stato asportato il cuore e non c’è traccia sulle scene del crimine dell’arma del delitto. L’esperienza in antropofagia di Luca è quindi molto ben accetta, soprattutto dopo che si viene a sapere l’esito delle autopsie sui corpi delle due vittime: dalle impronte dentali individuate dall’anatomopatologo, emerge che esse appartengono a un essere umano. Luca e Jennifer cominciano a indagare e a scavare nel torbido, scoprendo verità inimmaginabili; la figura dell’omicida è però di difficile decifrazione – «Non abbiamo un killer disorganizzato, direi piuttosto che abbiamo davanti una personalità organizzata, sicura di ciò che fa. Inoltre la mancanza del cuore, forse portato via per compiere in un altro luogo qualche rituale segreto, entra in contrasto con l’aggressione in alcune parti del volto, che sarebbe invece il risultato di un’azione compulsiva, disorganizzata». Alla fine, il vaso di Pandora che apriranno riverserà su di loro un’ondata violenta di oscurità: quella che alcuni esseri umani nascondono dentro di loro, pronta ad emergere e a distruggere indiscriminatamente.
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