Rispondo alla nota del gruppo UDC di Formia sullo stato della procedura fallimentare inerente la società “Formia Servizi” e quindi sulla vicenda del parcheggio multipiano. Volutamente, evito di polemizzare su alcune affermazioni che nulla hanno a che vedere con l’argomento, serissimo, di cui ragioniamo. Entro piuttosto nel merito del problema.
La sentenza del Consiglio di Stato ha restituito alla curatela fallimentare il possesso del parcheggio Multipiano delle Poste, tant’è che il curatore, l’avvocato Navarra, ne ha chiesto la restituzione. La procedura messa in piedi dal Comune di Formia (precedente Amministrazione) per entrare in possesso del parcheggio è stata sconfessata dal Consiglio di Stato. Si sono persi così quattro anni di tempo che potevano essere investiti per risolvere definitivamente il problema.
Quando nell’estate del 2013 questa Amministrazione ha ereditato la questione, il parcheggio era vandalizzato (ci sono voluti circa 80 mila euro per rimettere l’impianto elettrico in esercizio) e non in condizione di funzionare. Era inoltre privo del collaudo statico e del collaudo tecnico-amministrativo. Non si comprende come mai, di fronte al pronunciamento della giustizia amministrativa, espressasi per la restituzione del parcheggio, la precedente Amministrazione non abbia immediatamente proceduto agli atti conseguenti.
L’Amministrazione che presiedo ha deciso di risolvere il problema in via definitiva e ha incaricato un noto avvocato fallimentarista, il professor Francesco Fimmanò, di seguire l’intera vertenza. L’Avvocatura comunale ha condiviso tale percorso, essendo stata sin dall’inizio pienamente coinvolta nella procedura. L’obiettivo del Comune è di rientrare in possesso del parcheggio nei tempi più brevi possibili, in accordo con la Curatela fallimentare e con il Giudice delegato.
Il tempo degli atti di forza sconclusionati e inutili è terminato. Alla città occorre restituire la piena funzionalità del parcheggio e, nel rispetto delle norme, la proprietà dello stesso. E’ opportuno ricordare a chi ci interroga su questo delicato problema che un’eventuale prova di evidenza pubblica per l’affidamento della gestione del parcheggio (per la durata di 44 anni) è per il Comune un’operazione rischiosa. L’Amministrazione intende dunque perseguire strade diverse, molto più garantiste non solo dei nostri diritti ma anche delle opportunità future.
Quanto al fallimento della società, ci sarà un procedimento penale presso il Tribunale di Latina che ne chiarirà i vari aspetti e ci farà conoscere – questo è il nostro augurio – le vere cause di tale fallimento. Alla luce dei fatti che lo hanno riguardato, l’operato del Giudice fallimentare Antonio Lollo non può essere facilmente considerato trasparente, né equo. Rispettando le prerogative della magistratura, attendiamo con la dovuta serenità le sentenze che dovranno essere emesse. Non comprendiamo quindi la preoccupazione del gruppo Udc che si sente incolpato per il fallimento avvenuto durante il periodo in cui ha amministrato la città. Basta aspettare le sentenze per stabilire a chi attribuire le responsabilità.
In ultimo, rileviamo che le informazioni in possesso del gruppo Udc sui costi della consulenza sono (auguriamoci non volutamente) false. Il compenso per il prof. Fimmanò è pari a 36 mila euro lordi, ivi compresa la due diligence per arrivare alla scelta della procedura ottimale. Un costo che è pari ad un terzo di quello dichiarato dall’Udc. Ma è del tutto evidente che, se cerchi solo scandalo, dare i numeri al lotto è la migliore delle argomentazioni.