Nel prosieguo delle indagini dell’operazione convenzionalmente denominata “CERTIFICATO PAZZO”, il NAS Carabinieri di Latina, a parziale conclusione di mirati e scrupolosi approfondimenti d’indagine, ha deferito in stato di libertà 36 persone.
Tali risultanze investigative costituiscono un’appendice all’analoga operazione, eseguita il 10 dicembre 2019, che aveva già permesso di dare esecuzione a 11 ordinanze di custodia cautelare, ad altrettanti decreti di sequestro preventivo, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Latina, dott. Giuseppe Cario, ed al deferimento in stato di libertà di altre 70 persone.
Le ulteriori indagini, richieste e coordinate dalla locale Procura della Repubblica nelle persone del Procuratore Aggiunto dott. Carlo Lasperanza e del Sost. Procuratore dott. Giuseppe Miliano, sono convogliate nel filone d’inchiesta convenzionalmente denominato “CERTIFICATO PAZZO 2”, ed hanno consentito di accertare e cristallizzare le posizioni delle persone che hanno illecitamente utilizzato certificazioni psichiatriche rilasciate da un Dirigente medico Psichiatra in servizio presso il C.S.M. dell’ASL – Distretto 4 – di Fondi, già tratto in arresto per corruzione, mediante l’esibizione delle stesse presso le Commissioni Medico Legali dell’ASL, dell’I.N.P.S., ovvero ai Consulenti Tecnici nominati dai Tribunali del Lavoro e dai Tribunali di Sorveglianza.
L’utilizzo delle certificazioni da parte dei soggetti individuati, ove anch’esse oggetto di falsificazione erano idonee a trarre in inganno le citate Autorità, al fine di ottenere indebiti benefici di cui alla Legge 05.02.1992 n.104 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone portatrici di handicap), alla Legge 12.03.1999 n. 68 (Norme per il diritto al lavoro per i disabili) oppure per il differimento della pena detentiva in corso.
Le 36 persone individuate sono state deferite all’Autorità Giudiziaria che accerterà se sussistano i reati di “frode processuale”, “false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria o alla Corte Penale Internazionale”, “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiali in atti pubblici”, “uso di atto falso” ed “errore determinato dall’altrui inganno”.
Ulteriori posizioni risultano tutt’ora al vaglio degli investigatori e della Procura della Repubblica di Latina nonché all’INPS che provvederà agli accertamenti di sua competenza.
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