Falso, turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione, oltre a frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rilevazioni del segreto d’ufficio sono i reati contestati a vario titolo dalla Procura di Latina nell’inchiesta che ha portato l’arresto la sindaca di Terracina, Roberta Tintari, e altre 5 persone, tra cui l’ex vice sindaco, un assessore e funzionari del Comune, tutti sottoposti agli arresti domiciliari. Per altre 7 persone, tra cui pubblici funzionari ed esponenti politici, sono stati disposti divieti di dimora congiuntamente alla misura interdittiva. E’ stato inoltre sequestrato un camping, un ristorante e beni di un’associazione presso l’Arena del Molo di Terracina.
Le indagini condotte dalla Guardia Costiera, in collaborazione con i Carabinieri di Terracina, secondo quanto riferisce la procura di Latina, sono scaturite da una serie di controlli effettuati dalla Guardia Costiera nell’ambito dell’istituzionale attività “Mare Sicuro 2019”, ed hanno consentito di “accertare una pluralità di fatti penalmente rilevanti connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, nonché condotte di sfruttamento del pubblico demanio marittimo che hanno interessato anche lavori e opere pubbliche”.
Tra questi la realizzazione di un ponte ciclopedonale attraverso l’indebita percezione di fondi europei strutturali Feamp e Flag con conseguenti danni erariali. La complessa e articolata attività investigativa, svolta in un arco temporale di circa 12 mesi e consistita in numerose ispezioni, acquisizioni documentali, testimonianze, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche ha consentito di disvelare e documentare condotte di pubblici funzionari, all’interno del Comune di Terracina, che appaiono finalizzate al perseguimento di interessi personali e non coerenti, dunque, con i compiti istituzionali.