Il fermo amministrativo può colpire chiunque si trovi in difficoltà con dei pagamenti, ma in alcune circostanze è illegittimo.
Da un punto di vista amministrativo, quando si parla di fermo amministrativo ci si riferisce a una tipologia abbastanza nota di misura cautelare, disciplinata dall’articolo 86, DPR n. 602/73. Con tale misura, la legge permette la riscossione di crediti tributari (o, in casi più particolari, di altri crediti) già scaduti tramite il fermo dei beni mobili del debitore. Per esempio l’automobile.
Il fermo amministrativo scatta di norma al termine dei sessanta giorni dalla notifica della relativa cartella di pagamento. Non tutti però sanno che è possibile fare ricorso contro un fermo amministrativo qualora si ritenga che esso sia illegittimo. Se il debito è con il fisco, il debitore è insomma in grado di presentare una richiesta di annullamento all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La richiesta va ovviamente motivata e deve essere corredata da fornire le prove necessarie per dimostrare l’illegittimità del fermo.
Ci si può tutelare anche nel caso in cui la richiesta di annullamento venga respinta. Per esempio, si può fare ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria o a un giudice di pace. Prima di muoversi, però, è bene capire in quali casi il fermo amministrativo può davvero essere giudicato illegittimo e quali sono le tempistiche giuste per poter presentare il ricorso.
Un fermo è illegittimo quando, per esempio, la cartella di pagamento non è mai stata notificata al contribuente, oppure quando la multa non pagata è caduta in prescrizione e quindi la richiesta di pagamento non può più essere intesa come valida.
Di norma ci si rivolge al giudice di pace quando il fermo amministrativo è causato dal mancato pagamento delle multe stradali. Invece, se il fermo è stato applicato per il mancato pagamento del bollo auto, il ricorso va presentato presso la Commissione tributaria. Per il mancato pagamento di contributi (previdenziali o assistenziali) ci si rivolge invece presso il tribunale ordinario sezione Lavoro, se il fermo è causato dal mancato pagamento di contributi previdenziali o assistenziali.
Ogni fermo, per legge, necessita di una comunicazione preventiva. Si tratta del cosiddetto preavviso di fermo. Senza questo preavviso, dunque, il fermo amministrativo è illegittimo e contestabile. Non c’è invece chiarezza sul tema della sproporzione tra il valore della sanzione e il valore del bene sottoposto a fermo. Per esempio: è giusto che per un multa non pagata da 100 euro sia bloccata un’auto dal valore di 25.000 euro? Alcune pronunce che hanno dichiarato illegittimo il preavviso di fermo su un bene il cui valore risulti notevolmente maggiore rispetto all’importo del debito iscritto a ruolo. Altre, invece, hanno dato ragione all’AdE.
L’illegittimità del fermo amministrativo si gioca soprattutto su altre questioni. Innanzitutto sui vizi di forma, come l’omessa notifica della cartella di pagamento o del già citato preavviso di fermo. Inoltre il fermo va annullato se blocca un veicolo utilizzato per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
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