Il business degli incendi
Come ogni estate le montagne del Sud Pontino bruciano sotto gli occhi impotenti di tutti noi. Siamo il paese europeo con la flotta più numerosa di Canadair, la loro manutenzione e logistica ci costa circa 100 mila euro al giorno, dovremmo avere un organizzazione perfetta e puntuale, senonché dal 1997 la loro gestione è stata privatizzata e dal 2001 è in mano ad una multinazionale con sede a Londra la Babcock International, che si occupa anche di una gamma completa di missioni relative alla lotta antincendio, tra cui la caduta d’acqua, il trasporto di vigili del fuoco a terra, il coordinamento delle missioni e la raccolta di immagini in tempo reale per fornire assistenza di vitale importanza ai centri di comando e controllo, inoltre dal 2017, anno di entrata in vigore della legge Madia con cui si accorpava la Guardia Forestale ad altre forze dell’ordine come i Carabinieri, ha ottenuto in varie regioni, alternandosi con altre 6 aziende private, anche la gestione degli elicotteri.
Tralasciando gli aspetti legali, perché anche qui come in altri tantissimi casi di privatizzazioni e di conseguente malagestione del nostro territorio sono in corso indagini per quanto riguarda appalti a ribasso e risparmi sulla manutenzione, come avvenuto per il ponte Morandi o con la funivia del Mottarone, due episodi emblematici ma che sono solo la punta dell’iceberg di un problema enorme che lo Stato non vuole vedere e non vuole porvi rimedio.
Non è infatti un caso che tutti i partiti che hanno amministrato in questi anni la nazione, le regioni e gli enti locali abbiano favorito lo smantellamento della gestione pubblica e favorito i privati, in primis banche e grandi multinazionali, quei partiti e movimenti politici che hanno dimostrato soprattutto in questo ultimo anno e mezzo di Governo Draghi che su temi fondamentali come la gestione della Pandemia, le sanzioni alla Russia (che in realtà si stanno abbattendo sul ceto medio italiano ed europeo), o l’invio di armi in Ucraina (calpestando tral’altro l’art.11 della Costituzione), siano in realtà tutti daccordo.
Oggi fanno finta di litigare per spartirsi le poltrone o assistiamo ad improbabili alleanze impensabili fino a qualche settimana fa, noi del Partito Comunista abbiamo invece promosso una coalizione con ben 15 organizzazioni che negli ultimi 3 anni sono scese come noi nelle principali piazze italiane per protestare contro le politiche antipopolari messe in campo dai governi Conte e Draghi, e tra pochi giorni inizieremo una brevissima (ci hanno concesso solo due settimane per raccogliere circa 40.000 firme) ma intensa raccolta firme per presentare alle prossime elezioni del 25 settembre la lista Italia Sovrana e Popolare.
Tornando al problema incendi che come in ogni estate attanaglia il nostro territorio, serve un grande piano nazionale di prevenzione e controllo tramite assunzione di nuova forza lavoro e l’uso di tecnologie adeguate come droni e telecamere, ma che sia PUBBLICO, e non in mano alle stesse multinazionali che poi si occupano delle operazioni di spegnimento, come serve anche un grande piano di prevenzione del rischio idrogeologico, con assunzioni e interventi mirati per prevenire allagamenti e gli smottamenti che soprattutto dopo l’incendio e la conseguente deforestazione delle colline, alla prima grande pioggia vengono giù causando danni se non morti, e che ogni anno ci costano milioni di euro.
Il Partito Comunista è per la gestione pubblica del comparto antincendio aereo come di tanti altri settori che vanno dai servizi al cittadino fino ai settori strategici dell’economia italiana. Per una politica economica che riprenda la programmazione industriale e sociale improntata in senso antiliberista e popolare. Una attualizzazione della lotta di classe nel mondo disumano delle multinazionali.
Partito Comunista Sezione “Mariano Mandolesi” Gaeta