Non è così semplice determinare come comportarsi in caso di morte del garante di una fideiussione bancaria.
Quali sono le casistiche da prendere in considerazione? Tutte le volte che si ha a che fare con garanzie e implicazioni è meglio procedere con i piedi di piombo: le implicazioni legali possono essere rilevanti. Ecco perché è fondamentale informarsi per capire come proteggere i propri interessi. La fideiussione è un contratto con cui una parte (detta fideiussore) garantisce l’adempimento di un’obbligazione altrui (il debitore principale). Tale garanzia si formalizza con l’impegno a pagare il debito al creditore nel caso in cui il debitore non riesca a farlo.
Abbiamo dunque a che fare con tre attori. Il fideiussore, che è la persona che garantisce il pagamento del debito. Poi, il debitore Principale che è colui che ha contratto il debito sfruttando la garanzia del fideiussore (magari un parente). Infine, il creditore, cioè l’ente (la banca, per esempio) a cui il debito è dovuto.
Ma cosa succede in caso di morte del garante se è ancora attiva la fideiussione bancaria, ovvero se il debito non è stato ancora del tutto estinto? Le conseguenze sono varie. E molto dipende a seconda delle specifiche del contratto. Contano anche le tutele stabilite dalle normative vigenti.
Alla morte del garante, bisogna stabilire quanto previsto dal Codice Civile italiano. In particolare, bisogna considerare l’articolo 479, che norma la possibilità e quindi il diritto di trasmissione dell’eredità dal defunto agli eredi. Secondo questo articolo, accettando l’eredità, gli eredi subentrano nelle obbligazioni del defunto, compresa la fideiussione.
In questo senso, la fideiussione non si estingue con la morte del garante, ma si trasmette agli eredi. Essendo ora responsabili delle obbligazioni del defunto dovranno trovare un nuovo accordo con il creditore, che potrebbe anche richiedere nuove garanzie per il prestito, poiché la fideiussione originale non è più valida senza il garante.
Morte del garante: cosa succede alla fideiussione?
Una fattispecie possibile è quella della sostituzione del garante… In alcuni casi, infatti, l’unica strada possibile è quella di trovare un nuovo garante per sostituire quello deceduto. L’altra possibilità per gli eredi è quella di rinunciare all’eredità, a meno che non l’abbiano già accettata in modo esplicito o implicito. Ciò, però, conviene fino a un certo punto, dato che il contratto di finanziamento potrebbe prevedere delle penali o l’estinzione immediata del debito.
A ogni modo, esistono altre tutele per gli eredi. Anche in caso di accettazione dell’eredità e quindi di trasmissione dell’obbligo di garantire su un contratto come quello della fideiussione, la responsabilità degli eredi è limitata alla loro quota ereditaria, a meno che il contratto non preveda una clausola di solidarietà.
Se il contratto include una clausola di solidarietà, infatti, gli eredi sono obbligati in solido per l’intero debito. In questo caso, il creditore può richiedere a ciascun erede il pagamento dell’intera obbligazione. Per rinunciare all’eredità e così evitare di subentrare nelle obbligazioni del defunto, si deve però formalizzare la rinuncia tramite dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale. La questione è dunque complessa: meglio parlarne con un avvocato!