Oltre 450 kg di rifiuti galleggianti, divisi tra plastiche e microplastiche, ma anche metalli, mozziconi di sigarette, mascherine chirurgiche e massa organica umida contaminata, finiti in mare trasportati dalle correnti e dal vento. È questo, a poco più di un anno di distanza, il dato della raccolta del Seabin – moderno cestino “mangia rifiuti” – adottato lo scorso anno da Findus nel Porto Antico di Gaeta.
Un ulteriore passo in avanti nel cammino della sostenibilità intrapreso dall’azienda che nel 2021 ha aderito alla campagna “Un mare di idee per le nostre acque”, promossa da Coop in collaborazione con LifeGate PlasticLess, adottando 10 Seabin in 10 località italiane (oltre a Gaeta, anche: Capraia, Portoferraio, Viareggio, Ravenna, Cattolica, Cesenatico, Varazze, Brindisi e Venezia – Isola Certosa) con l’obiettivo di posizionare altre tecnologie nei prossimi anni. Un impegno in una speciale operazione che proseguirà per tutto il 2022 e che in poco più di un anno ha già portato a raccogliere oltre 7.500 kg di rifiuti galleggianti pari al peso di circa 500.000 bottiglie da 0,5L.
I rifiuti raccolti sono composti per il 70% da rifiuti da materiali dannosi per l’ambiente come plastiche, microplastiche, materiali metallici (latte, lattine), mozziconi di sigarette, mascherine chirurgiche e materiali assorbenti igienici; per il 20% da massa organica umida contaminata (legno, foglie, rami, pezzi di legno e alghe) rispetto alla quale è stato possibile notare diversi frammenti di plastica e polistirolo rimasti intrappolati, soprattutto nel materiale algale; per il 10% da massa organica umida non contaminata.
Come funziona un Seabin? È in grado di catturare circa 1,5 kg di detriti galleggianti al giorno, ovvero circa 500 kg di rifiuti all’anno (a seconda del meteo e dei volumi dei detriti), comprese le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm, invisibili all’occhio umano. Il Seabin può inoltre catturare molti rifiuti comuni che finiscono nei mari, come i mozziconi di sigaretta, purtroppo anch’essi molto presenti nelle acque. Grazie all’azione spontanea del vento, delle correnti e alla posizione strategica del cestino, i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del dispositivo. I rifiuti vengono catturati nel filtro, che può contenere fino a un massimo di 20 kg, mentre l’acqua scorre attraverso la pompa e torna in mare; quando il filtro è pieno, viene svuotato e pulito. Può funzionare 24 ore al giorno e quindi è in grado di rimuovere molta più spazzatura di una persona dotata di una rete per la raccolta. Il dispositivo risulta straordinariamente efficace in aree come i porti, darsene e anse fluviali poiché sono naturali “punti di accumulo” in cui convergono la maggior parte dei rifiuti in mare.
Ma il cammino in sostenibilità non riguarda soltanto i Seabin. Findus ha lanciato “Fish For Good”, un ampio programma che riassume l’impegno dell’azienda nel proteggere e preservare il presente e il futuro degli oceani e dei mari, attraverso progetti e proposte tangibili. Tra i pilastri del manifesto: garantire una pesca responsabile (il 98% delle materie prime ittiche proviene oggi da pesca sostenibile certificata MSC e acquacoltura ASC) e ridurre al minimo l’impatto sul pianeta e sull’ambiente (il 98% degli imballaggi è riciclabile e per tutte le scatole di cartone prodotte si utilizza carta proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, come da certificazioni PEFC e FSC).
Centrale, inoltre, nel programma Fish For Good è mettere in campo azioni concrete: tra queste, oltre ai Seabin, grazie a LifeGate e al suo progetto PlasticLess, il posizionamento a Venezia di un “Pixie Drone”, un dispositivo di ultima generazione in grado di raccogliere fino a 60 kg di rifiuti galleggianti per ogni missione, e a Rimini di un “Trash Collec’Thor”, un grande cestino mangia-plastica con una capienza fino a 100 kg di detriti galleggianti.
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