Ancora una volta sottolineamo: la Fondazione Alzaia è un ente strumentale in house dell’Ipab SS. Annunziata voluto ed approvato nel 2009 dalla Regione Lazio anche per fermare il ricorso discrezionale alle cooperative del territorio per la gestione dei servizi che già aveva portato l’ex Ipab Stabilimento SS. Annunziata ed Annessi al fallimento, scongiurato solo grazie a qualche “magia” finanziaria. L’ufficio regionale che si dovrebbe occupare della vigilanza sulle ipab alle dirette dipendenze politiche dell’Assessore regionale Visini senza alcuna motivazione e senza alcuna risposta non ha dato ad oggi Il nulla osta per il riconoscimento della fondazione. Quindi, la stessa regione che 6 anni prima aveva voluto la fondazione e aveva abbondantemente motivato tale scelta, sei anni dopo- con l’arrivo dell’Assessore Visini- senza alcun motivo ne intralcia il riconoscimento. Riconoscimento, tuttavia, che nulla toglie alla funzionalità della fondazione. Abbiamo già esposto tutto ciò in tutte le sedi. Si può sempre cambiare idea e ritenere che i servizi gestiti da oltre 4 anni attraverso un ente strumentale si debbano ora gestire mediante le cooperative del territorio o direttamente. Sono tanti i servizi comunali che cambiano nel corso del tempo modalità di gestione. La legge lo prevede. Basta rispettarla.
Ma questo nulla ha a che vedere con le falsità, le ingiurie, il fango che da mesi si continua a spargere a piene mani. Forse per sviare l’attenzione generale dalle vere questioni, per esempio dall’illegittimo commissariamento dell’Ipab e dai veri motivi che stanno alla sua base. La fondazione, essendo un soggetto strumentale dell’ipab, ha agito e agisce per suo conto. Ha fornito, per esempio, tutti i servizi necessari per far funzionare il Teatro Remigo Paone ed ha gestito il Premio Foa, il Festival sul 900, il Premio Remigio Paone e tutte le altre iniziative straordinarie fatte in questi anni. Sempre in nome e per conto dell’Ipab. La fondazione è riuscita a fare ciò grazie al fatto, per esempio, che parte del suo personale oltre a lavorare per la Casa di Riposo o la Casa Famiglia, a gestire la comunicazione, i servizi amministrativi e così via, ha anche assicurato la vigilanza, la sicurezza e i servizi presso il Teatro, anche oltre l’una di notte, anche di sabato e di domenica, anche il 24 dicembre, anche il 15 agosto, senza alcun compenso aggiuntivo, senza alcun riconoscimento, con grandi sacrifici e abnegazione. Ben vengano altre modalità di gestione, staremo a vedere… Il contributo derivante dalla convenzione stipulata nell’ultimo anno dal Comune di Formia e l’Ipab per il sistema teatrale e quello per la copertura delle spese relative al Premio Foa e al Festival sul 900 sono stati incassati dall’Ipab. La Fondazione che ha coperto parte delle spese ha utilizzato per questo fondi anticipati dall’Ipab.
Tutto rendicontato. Tutto sul sito da tanto tempo. Una operazione che ha permesso all’Ipab, grazie al lavoro della Fondazione, ovvero dei suoi dipendenti di cui sopra, di onorare lo scorso anno, per esempio, la rata di mutuo ventennale acceso a suo tempo per la ristrutturazione del Teatro Remigio Paone. Per quanto riguarda il blocco dell’Auditorium Foa e la situazione del Teatro Remigio Paone abbiamo già detto tutto a suo tempo. Anche di chi sono le rispettive responsabilità. Purtroppo, come si sa, non vi è peggior sordo di chi non vuole sentire e sappiamo bene che qualsiasi ennesima rettifica, qualsiasi verità sarà sempre fatta fuori dal Sistema e dai suoi cantori. Quattro straordinarie stagioni presso il Teatro Remigio Paone, l’avvio dell’uso organizzato dell’ Auditorium Foa, la prima Edizione del Premio Foa, la prima Edizione del Festival sul ‘900, due Edizioni del Premio Remigio Paone, la partecipazione al Festival ALI di Gaeta, due Eventi formativi rivolti alle professioni del sociale, due anni di trasmissioni radiofoniche sui temi del welfare, progetti per la diffusione del libro e della lettura e decine di altre iniziative: questo è stato il lavoro della Fondazione per l’Ipab, ma soprattutto per Formia, Gaeta e il territorio, al netto dei servizi sociali. Ma questo è il “nostro” passato. Aspettiamo curiosi il loro sol dell’avvenire.