Il 12 aprile si saprà se e con quali modalità potrà riprendere a Fondi la produzione di peperone e peperoncino. Le due coltivazioni, già da tre anni, sono state interdette nella Piana a causa della comparsa del punteruolo, un parassita che ha infestato le campagne, che danneggia gli ortaggi, compromettendone il raccolto.
Mercoledì 12 aprile – come annunciato dall’assessore regionale all’agricoltura Carlo Hausmann all’assemblea organizzata a Fondi da Coldiretti proprio per affrontare l’emergenza del punteruolo – si terrà un seminario formativo per illustrare ai produttori agricoli le tecniche per la eradicazione dell’insetto, le modalità attraverso cui le aziende dichiarate indenni possono da subito riprendere le coltivazioni, ma anche le colture alternative che possono registrare il sicuro gradimento del mercato.
La rinuncia forzata a queste due produzioni, che fino a tre anni fa si svolgeva su una superficie di 100 ettari, è costata finora, in un triennio, centinaia di migliaia di euro di mancato reddito.
A registrare le maggiori perdite sono, oltre alle aziende agricole, soprattutto i vivaisti che ad ogni stagione sfornavano e immettevano sul mercato, non solo locale, milioni di piantine tra peperoni e peperoncini. In una realtà produttiva importante come quella della piana di Fondi, che coi suoi 19.000 ettari di coltivazioni a campo aperto e altri 1.000 in serra è la capitale della produzione ortofrutticola del Lazio, servono risposte “e quella che abbiamo avuto dall’assessore regionale – ha commentato il direttore della Coldiretti di Latina, Pietro Greco – è la certezza di un chiaro impegno delle istituzioni in favore di un comparto che qui fa volumi importanti, fa girare l’economia locale e garantisce il mantenimento di migliaia di posti di lavoro”.
In assemblea è stato affrontato anche il nodo del Mof – sul cui destino si annunciano decisioni imminenti da parte della Regione Lazio – e si è parlato dei tanti giovani che hanno presentato domanda di contributo Psr per avviare nuove aziende agricole. “Il fatto che 1.230 ragazzi della nostra regione vogliano costruire il proprio futuro di vita e di lavoro in agricoltura è un dato che conferma la vitalità del settore. Ma la Regione deve impegnarsi – ha chiesto il direttore della Coldiretti del Lazio, Aldo Mattia, rivolgendosi a Carlo Hausmann – a tutelare anche quelli che non potranno usufruire dei fondi stanziati con il primo bando”.
Si stima che su un totale di 1.230 domande a ricevere il contributo per il primo insediamento saranno la metà dei richiedenti.