La visita dei partecipanti al Master 24Ore Business School alle aziende vitivinicole pontine ha inaugurato la partnership tra l’Ente di formazione e aggiornamento professionale del Gruppo24ore e l’Associazione che opera per la promozione e la valorizzazione in chiave turistica delle risorse enogastronomiche del territorio pontino attraverso la rete delle sue cantine e produttori vinicoli.
Venerdì 3 Febbraio, i partecipanti al Master “Food and Wine Management” della Business School il Sole 24 Ore hanno visitato le aziende della Strada del Vino della provincia di Latina: Cantina Sant’Andrea (B.go Vodice, Sabaudia); Casale del Giglio (Aprilia); Cincinnato (Cori); Donato Giangirolami (B.go Montello, Latina); La Valle dell’Usignolo (Sermoneta Scalo); Marco Carpineti (Cori); Pietra Pinta (Cori); Villa Gianna (Sabaudia).
La visita mirava a fornire ai masterizzandi una conoscenza approfondita dei sistemi produttivi implementati dalle imprese vitivinicole pontine per il conseguimento degli obiettivi strategici. Sul posto sono stati illustrati i processi operativi che compongono il ciclo di trasformazione e descritte le funzionalità degli assets di produzione. Focus anche sulle strategie di business e di posizionamento sul mercato internazionale.
L’inaugurata partnership tra la 24Ore Business School e la Strada del Vino della provincia di Latina nasce dall’esigenza dei viticoltori pontini di avvicinarsi ai futuri professionisti del Food&Wine e dalla volontà degli esperti di conoscere più fondo il territorio pontino, dalle potenzialità ancora inespresse, nella convinzione che il settore vinicolo possa agire da traino per favorire lo sviluppo e la crescita di tutto il tessuto imprenditoriale.
I dati sul prodotto venduto in Italia e all’estero, e i numerosi riconoscimenti conseguiti negli ultimi anni, dimostrano una buona affermazione nel mondo dei vini della provincia di Latina. Quegli stessi numeri e i trend lasciano anche intravvedere ampi margini di espansione e consolidamento per la viticoltura e l’intera economia locale. Per sfruttarli a pieno occorre lavorare maggiormente sulla riconoscibilità della cultura territoriale.