Casa Editrice: Astro Edizioni
Collana: Manuali
Genere: Manuale economico
Pagine: 20
Prezzo: 14,90 €
Il cibo non è una “merce” come tutte le altre, da vendere e neppure da promuovere. È questo che si prefigge spiegare, con un approfondito studio strategico, la dott.ssa Ida Paradiso, autrice di “Food Marketing 2.0”. Il cibo, durante la pandemia da Covid-19, è assurto, soprattutto nel nostro Paese, a elemento consolatorio e unificatore sociale, costituendo l’unico elemento che nei mesi di solitudine emozionale e relazionale, riuscisse a tenere le famiglie unite. Pertanto, sono anche cambiati i criteri di selezione da parte del consumatore, che hanno portato al terrore della contaminazione dei prodotti, portando a prediligere la filiera industriale al piccolo produttore e consumatore locale. «Dopo ormai un anno di convivenza con la pandemia, si sono manifestate e consolidate alcune tendenze che stanno modificando, di fatto, i mercati di riferimento del settore agrifood. Le nuove strategie di sviluppo non potranno non tenere conto di queste variazioni di scenario: – Aumento di richiesta di prodotti italiani, sia per ovvie motivazioni di disponibilità, sia per un approccio di aiuto alle aziende produttrici sofferenti per la crisi.- Aumento (ulteriore, rispetto al trend precedente già in crescita, ma per motivazioni differenti) della richiesta di prodotti con certificazioni di prodotto (in particolare denominazioni, BIO, ma anche Halal e Kosher) e di processo (ISO, Certificazioni di qualità, ecc.), che rispondono al bisogno del consumatore di acquistare prodotti assolutamente sicuri dal punto di vista sanitario e privi di rischi di contaminazione. – Possibile aumento della richiesta di prodotti alimentari di produzione industriale, che possono garantire una filiera certificata a livello sanitario ». Assume ancor più importanza, la certificazione del “Made in Italy” e delle altre certificazioni di qualità – le cosiddette “denominazione a marchio” DOP e IGP – che seguono oggi criteri più seri e rigorosi di assegnazione. « In sintesi, il Made in Italy incrocia alla perfezione tutti i valori in cui le persone i riconoscono in questo momento storico e intercetta, soddisfacendoli anche i bisogni esistenziali che i consumatori riversano su ciò che comprano. Di fatto, in questo momento, il Made in Italy costituisce “una delle più radicate e positive mitologie del nostro tempo, ad altissima valenza soggettiva”.In quest’ottica, una strategia di marketing Made in Italy efficace non può più limitarsi a una proposta generica, stereotipata e raffazzonata. Bisogna invece acquisire una piena conoscenza del patrimonio valoriale del Made in Italy e imparare a “maneggiarlo” adeguatamente, caratterizzando e valorizzando al massimo la propria proposta, senza mai affidarsi all’approssimazione». Un manuale che suggerisce vere e proprie strategie di marketing in un’ottica digitale 2.0, senza grandi definizioni, ma con veri “modelli di studio” pratici, per adattarsi a questa nuova epoca post-pandemica.
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