Pronto Soccorso del DEA di Formia al collasso per la grave carenza di personale infermieristico. E la Asl Latina inerme.
La FIALS denuncia la situazione di estrema criticità di personale in cui versa l’ospedale tutto ma soprattutto il Pronto Soccorso di Formia.
“Nello specifico in pronto soccorso solo per indicare le situazioni di maggiore criticità si rappresenta quanto di seguito riportato:
Allo stato attuale risultano operative 25 unità assolutamente insufficienti a garantire i L.E.A. poiché il fabbisogno minimo previsto viene violato. Si richiede pertanto l’assunzione risorse umane nel più breve tempo possibile”.
“La situazione sopra descritta -continua la FIALS- è stata esposta molteplici volte nelle sedi preposte, e solo qualche mese fa erano state promesse dalla dirigenza al pronto soccorso dalle 10 alle 12 unità, ad oggi non sono arrivate neanche la metà di quelle. Sono stati effettuati numerosi ordini di servizio con telefonate ai dirigenti preposti da parte di dirigenti medici anche in piena notte per segnalare l’enorme disagio ma a nulla è servito”.
“La Direzione Generale messa a conoscenza per tempo della gravità della situazione non ha preso alcun provvedimento in merito, contando sui rientri e doppi turni del personale infermieristico portato allo stremo, e costretti spesso a eseguire mansioni non previste dallo specifico profilo professionale. Inoltre il personale infermieristico gestisce il reparto di medicina d’urgenza (7 posti letto), dove il medico è presente solamente nel turno di mattina e durante il turno pomeridiano e notturno viene utilizzato un monitor multiparametrico posizionato nella Medicheria I, non adeguatamente gestibile dal Medico impegnato a fronteggiare gli accessi di Pronto Soccorso/Tensostruttura per l’assistenza sempre più complessa aggravata ulteriormente dalla pandemia per nulla debellata, anzi. La FIALS intende conoscere quali sono le azioni intraprese dall’ Azienda per la risoluzione delle problematiche URGENTI dettagliatamente indicate. L’unico goffo tentativo intrapreso da parte dell’azienda per cercare di reperire infermieri è quello ad oggi di proporre contratti di pochi giorni, cui nessuno accetta. FIALS Latina rimarca da un lato la grave carenza di personale e chiede assunzioni immediate con contratti che non vadano a denigrare la professionalità degli infermieri e dall’altro denuncia la cattiva gestione del personale, i tanti imboscati di cui è vietato parlare”.
Ad aggravare ulteriormente l’emergenza ospedaliera è l’evoluzione epidemica Covid in provincia.
Secondo indiscrezioni e una direttiva inviata ieri dalla direzione sanitaria della Asl agli ospedali di Latina, Formia, Terracina e Fondi, con l’aumento dei casi Covid, le indicazioni regionali prevedono espressamente che “le strutture della rete ospedaliera, nei diversi setting, sono responsabili del ricovero dei casi positivi per COVID19, per i quali adottare le opportune misure di igiene ospedaliera nei reparti di destinazione”.
Pertanto come si evince dalla direttiva “i nosocomi interessati dovranno ricoverare i pazienti che presentano infezione, di grado lieve, concomitante con altre patologie prevalenti, in una o più stanze di isolamento di ogni reparto, secondo le misure di prevenzione e controllo delle infezioni. L’eventuale ulteriore incremento dei ricoveri Covid moderati/gravi richiederebbe la riconversione di posti letto non Covid”.
“Latina è piena di Covid e dalla direzione sanitaria è arrivata l’indicazione che ognuno si gestisce i Covid suoi, ma l’ospedale di Formia non è ospedale Covid e per di più il reparto di medicina non ha la predisposizione per poter operare in sicurezza con i malati Covid“. Questa la denuncia di fonti interne del nosocomio pontino. “Stiamo facendo le terapie antivirali come indicato dagli infettivologi di Latina per curare i pazienti interni, ma a questi ora si aggiungono quelli provenienti dal Pronto Soccorso e i posti di isolamento non ci sono più. Per di più con il rischio, per i pazienti “sani” di ammalarsi di Covid ed aggravare le loro patologie per le quali vengono ricoverati. Non c’è un percorso sicuro in cui il personale sanitario possa cambiarsi, svestirsi, per lavorare in sicurezza. Questo enorme carico di lavoro viene fatto con personale ridotto x malattia Covid ed in ferie. Il personale rimasto è allo stremo delle forze e x sopperire a tutte queste carenze sta lavorando senza i legittimi riposi e senza straordinari“.
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