Si è tenuto questa mattina nella sala Ribaud del Comune di Formia l’atteso incontro promosso dalla Regione Lazio per avviare una nuova stagione di collaborazione tra le Istituzioni del territorio pontino finalizzata ad una più efficace azione di contrasto alla criminalità organizzata e a tutte le forme di illegalità.
Oltre al Sindaco Sandro Bartolomeo e all’Amministrazione regionale, rappresentata dall’Assessore alla Sicurezza Concettina Ciminiello e dal Presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza e la legalità Gianpiero Cioffredi, hanno preso parte all’evento i vertici del panorama istituzionale pontino. Dal Prefetto di Latina Pierluigi Faloni al Questore Giuseppe De Matteis; dal Colonnello Giovanni Reccia, comandante provinciale della Guardia di Finanza, al Tenente Marco Ciamparano del Comando provinciale dei Carabinieri di Latina; da Giuseppe Persi, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, ai Sindaci del territorio – presenti Antonio Terra (Aprilia), Patrizia Gaetano (Castelforte), Salvatore De Meo (Fondi), Cosmo Mitrano (Gaeta), Andrea Antogiovanni (Lenola), Claudio Sperduti (Maenza), Paolo Graziano (Minturno), Maurizio Lucci (Sabaudia), Eugenio Saputo (Vicesindaco di San Felice Circeo), Carmela Cassetta (Assessore di Santi Cosma e Damiano), Salvatore Vento (Spigno Saturnia) e i commissari prefettizi di Terracina e Priverno, Erminia Ocello e Andrea Polichetti.
Istituzioni politiche, forze dell’ordine e magistratura. Hanno partecipato all’incontro anche il Procuratore Capo di Cassino Paolo Auriemma e il consigliere della Procura Nazionale Antimafia Diana De Martino.
Già pm della Dda di Roma, la dottoressa De Martino ha ricostruito le inchieste e i procedimenti che, negli ultimi anni, hanno focalizzato le presenze mafiose sul territorio pontino. Dall’approdo negli anni ’70 delle più note famiglie di ‘ndrangheta e camorra, agli intrecci con la criminalità locale. Dal processo Anni ’90 che disarticolò una costola del clan dei casalesi operativa nel lembo più meridionale della Provincia all’inchiesta Damasco sul potere delle ‘ndrine a Fondi. Dall’operazione “Sud pontino” che ha acceso i riflettori sul Mof di Fondi e sul vero e proprio cartello criminale (casalesi, Cosa Nostra e Alleanza di Secondigliano) che monopolizzava il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, a “Gea”, l’inchiesta che nei giorni scorsi è tornata sulle tracce della holding, risultata pienamente operativa anche dopo gli arresti del 2010.
Il procuratore De Martino ha tracciato il profilo delle mafie operanti su questo territorio. Presenze subdole, quasi invisibili che però intaccano i percorsi sociali e le strutture economiche delle comunità in cui operano. Un sistema che al rumore del piombo preferisce il silenzio e che al tradizionale parassitismo antepone la forza centripeta del denaro. E così i proventi di droga, armi, estorsioni, usura si trasformano in attività all’apparenza lecite: negozi, piccole imprese, autosaloni, agenzie immobiliari. Volti puliti, capacità finanziaria. Il resto lo fa la crisi economica e la miopia di chi fa finta di non vedere.
Diana De Martino ha ricordato le tante misure di prevenzione eseguite, confische e sequestri che danno la misura del potere di infiltrazione esercitato dalla criminalità su questo territorio ma che, fortunatamente, non descrivono forme di controllo “militare”, né attività di estorsione a fine “politico”, come avviene invece nei territori d’origine dove imporre il pizzo vuol dire innanzitutto far capire chi comanda. Destano comunque preoccupazione le condizioni economiche di larghi strati di popolazione e delle tante imprese che sempre più spesso si rivolgono all’usura. La risposta di forze dell’ordine e magistratura c’è stata ed è forte. Lo dicono i numeri.
Tanto possono fare anche gli Enti locali. Su questo aspetto si è soffermato il Procuratore di Cassino Paolo Auriemma che ha chiesto ai Sindaci una forte e qualificata attività di filtro e prevenzione, soprattutto per quanto concerne autorizzazioni e concessioni edilizie.
“E’ stato un importante momento di confronto – commenta il primo cittadino di Formia Sandro Bartolomeo -. Con le forze dell’ordine e i colleghi Sindaci ci siamo scambiati informazioni e valutato insieme i settori su cui intervenire per garantire la sicurezza dei nostri concittadini. La dottoressa De Martino si è soffermata su molti ambiti, entrando nel merito di inchieste e facendo nomi e cognomi. Bene, alcuni di questi personaggi risiedono a Formia e qui hanno accumulato patrimoni. Segnalo queste cose perché amo la mia città e voglio per i miei concittadini un futuro di sicurezza e serenità. Il dialogo tra Istituzioni è decisivo. E’ importante ad esempio che i Sindaci accedano a determinate informazioni. Penso ai progetti di riqualificazione delle nostre aree dismesse. Per assumere decisioni importanti che coinvolgono il futuro di questa città devo poter contare sulla legittimità dei miei interlocutori. Lasciare soli i sindaci – conclude – significherebbe costringerli a non prendersi responsabilità. E per i Comuni vorrebbe dire paralisi”.
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