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Complesse e prolungate le indagini svolte dagli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile guidati dal tenente Massimo Milano, che già dalle prime ore del 2 dicembre scorso, nella villa di via Giovenale a Formia, si erano trovati davanti ad uno scenario investigativo molto articolato, con il rinvenimento del cadavere di Giuseppe Langella, mentre il coabitante Andrea Tamburrino, giaceva agonizzante a seguito di un tentativo di suicidio. I tragici momenti di quella notte venivano ricostruiti mediante la minuziosa analisi della scena del crimine, che consentiva di accertare la causa della morte del Langella, avvenuta per un’aggressione, confermata anche in sede di autopsia, proditoriamente posta in essere dal suddetto Tamburrino.
Gli investigatori dell’Arma individuavano inconfutabili segni attestanti la violenza della quale era rimasto vittima il Langella. L’aggressore cercò da subito di sviare le indagini cercando di ripulire le tracce del crimine poco prima commesso. Tuttavia, grazie anche all’apporto fornito dal personale specializzato del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Latina e del Ris di Roma, venivano evidenziate tutte le tracce che hanno consentito di cristallizzare il pestaggio subito dalla vittima.
I carabinieri, con un notevole sforzo investigativo, non hanno lasciato nulla di intentato. Attraverso l’esame dei dispositivi informatici e telefonici utilizzati dai sospettati e l’escussione delle persone informate sui fatti venivano vagliate accuratamente quelle concitate ore del delitto nonché analizzata la personalità e ogni aspetto della vita dei due personaggi coinvolti. I rapporti esistenti tra Tamburrino e Langella, evidenziavano la reciproca convenienza che caratterizzava la loro convivenza. In particolar modo Tamburrino risultava essere un soggetto violento e manipolatore, come testimoniano altri procedimenti giudiziari cui era stato sottoposto. In ordine a tali condanne il 21 dicembre 2016 gli si erano già state aperte le porte del carcere dovendo scontare una pena residua di anni 6, mesi 6 e giorni 21 di reclusione.
Le indagini svolte dai carabinieri di Formia, sotto la direzione del Pm dottoressa D’Orefice della Procura della Repubblica di Cassino, hanno quindi pienamente convinto il Gip presso il Tribunale di Cassino, dottor Lo Mastro, che ha emesso il provvedimento cautelare nei confronti del Tamburrino, il quale dovrà rispondere ora dell’omicidio, nella forma preterintenzionale, del coinquilino Giuseppe Langella.
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