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Formia, Cardillo Cupo: “Passino incompetenza e inadeguatezza… ma almeno l’intelligenza”

A Formia alcuni consiglieri di maggioranza, della lista “Un’Altra Città”, dopo il consiglio comunale di Mercoledì si sono lanciati in una sorta di crociata contro la minoranza, colpevole di aver lasciato l’aula dopo alcune ore e non aver affrontato l’ultimo punto all’o.d.g., ovvero quello della Carta di Pisa, che ritengono una pietra miliare della loro NON amministrazione cittadina e che nei mesi scorsi era stato richiesto dalla minoranza insieme alla nota anomalia nell’assegnazione di incarichi pubblici sempre alle stesse ditte, in taluni casuali casi invero sempre alla stessa ditta ; tema discusso nel precedente consiglio comunale tra l’imbarazzo generale, nell’aula consiliare e in Città.

Ebbene, atteso che la vicenda era stata già analizzata palesandosi assai singolare e probabilmente oggetto di altro tipo di approfondimenti, il buon senso, l’educazione e il rispetto istituzionale, la nostra ferma convinzione culturale dell’esistenza del principio della buona fede anche in alcuni imbarazzanti scivoloni, la diversa sensibilità politica rispetto a taluni “pasdaran” nostrani, induceva a non continuare ad affrontare un tema che per taluni della maggioranza poteva essere foriero di qualche imbarazzo, evitando così di alzare ulteriormente i toni del confronto politico, preferendoVi un clima di maggiore serenità, anche alla luce di una Città che in due anni è stata ridotta in condizioni pietose e che inizia a vedere cittadini in rivolta in ogni quartiere.

Insomma, la minoranza, o almeno lo scrivente, pensava che tra persone intelligenti si fosse condivisa la necessità di una maggiore trasparenza e rotazione negli incarichi, ma il problema, evidentemente assai grande, sta proprio qui : nell’intelligenza.

E infatti, gli sprovveduti amici di “Un’Altra Città” decidono di riaprire il tema Carta di Pisa, si scagliano contro la minoranza perché per loro il tema è determinante e perché loro, in maggioranza, la Carta di Pisa la conoscono benissimo e – anche se non l’hanno ancora firmata – la rispettano !!

Fortuna che non l’hanno firmata verrebbe da dire ; infatti, se l’avessero sottoscritta oggi probabilmente si ritroverebbero ad avere un grandissimo problema, altro che rispetto della Carta di Pisa !

Del resto, per capire che mai come in questo caso il silenzio sarebbe stato d’oro, sarebbe bastato leggere – e possibilmente capire – l’art. 7 della citata Carta, ovvero quello sul conflitto di interessi, così da rendersi conto che l’adozione del provvedimento di giunta n. 21 del 24 Gennaio 2020 e la ratifica di consiglio comunale del 20 Febbraio 2020 rappresentino atti che oltre che a collidere con la carta di Pisa sembrano collidere anche con altro ; dovrebbero infatti sapere, gli sprovveduti amici di “Un’altra Città”, che dare in somma urgenza dei lavori ad una ditta, si sempre la stessa e con le anomalie di cui si è discusso in consiglio comunale, partecipando con il proprio voto a favore agli atti di giunta e di ratifica in consiglio comunale proprio mentre si hanno con essa strettissimi rapporti professionali, in tema di collaudo e/o di costruzioni varie, costituisce non solo UN CONFLITTO DI INTERESSI grande quanto una casa ma anche ragione di profonda inopportunità politica, se non di incompatibilità, per le quali restare in silenzio sarebbe stato oltremodo opportuno ed intelligente.

E invece no, i simpatici consiglieri hanno deciso di mettere da parte l’intelligenza e di prendere carta e penna ; eppure sarebbe bastato leggere – e possibilmente capire – la Carta di Pisa in luogo del consueto fumetto per comprendere come sarebbe stato molto, ma molto, meglio il silenzio.

CARTA DI PISA

ART. 7. CONFLITTO DI INTERESSI

Sono considerate situazioni di conflitto di interessi :

a. la sussistenza di interessi personali dell’amministratore che interferiscono

con l’oggetto di decisioni cui egli partecipa e dalle quali potrebbe ricavare

uno specifico vantaggio diretto o indiretto;

b. la sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui dettirapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme;

c. la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza o di frequentazione assimilabili, di fatto, ai rapporti di coniugio, parentela o affinità, con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme.

d. l’appartenenza a categorie, associazioni o gruppi, in virtù della quale l’amministratore acquisisca un vantaggio personale da decisioni cui egli partecipa, anche nei casi in cui detta appartenenza non generi le incompatibilità previste dalla legge o da altre norme.

In caso si realizzino situazioni di conflitto di interessi, anche qualora non vi sia un obbligo giuridico in tal senso, l’amministratore deve rendere pubblica tale condizione e astenersi da qualsiasi deliberazione, votazione o altro atto nel procedimento di formazione della decisione.

Pasquale Cardillo 

redazione

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