Appresa la notizia dalla stampa, il sindaco Sandro Bartolomeo ha scritto al Procuratore della Repubblica di Cassino Mario Mercone. Gli ha espresso il plauso dell’amministrazione comunale di Formia per l’avvio dell’inchiesta sul presunto caso dei rifiuti pericolosi stoccati illegalmente presso la discarica di Penitro. Ha offerto poi la piena collaborazione del Comune per tutti gli atti che potranno servire all’indagine. “In qualità di sindaco – spiega Bartolomeo -, sono il primo responsabile della salute pubblica dei miei concittadini e quindi il primo interessato a che si faccia chiarezza sull’intera vicenda. Il Comune non ha i mezzi per verificare o meno l’esistenza di tali rifiuti e lieti saremmo se l’indagine ci aiutasse a valutare il quadro della situazione per quanto concerne le responsabilità, i rischi effettivi per la salute dei cittadini e i provvedimenti da adottare per l’eventuale bonifica dei terreni”. La gente si domanda perché un’indagine oggi, a distanza di tanti anni. “A dire il vero – ricorda Bartolomeo – già nel ’98 la magistratura pontina si occupò del caso sulla scorta di un verbale sottoscritto dalla Polizia Provinciale. Nel procedimento, aperto a carico di ignoti, il Comune di Formia figurava come parte offesa. II fatto è che la stessa Procura di Latina chiese e ottenne l’archiviazione del caso. Era il 2001, c’era il sindaco Miele. Il gip Giuseppe Cario notificò l’avvenuta archiviazione e il contestuale dissequestro dell’area senza citare le motivazioni che avevano spinto gli inquirenti a chiedere la chiusura del caso. Motivazioni che sarebbe utile conoscere. Tanto più oggi, alla luce delle rivelazioni di Carmine Schiavone che tanto allarme hanno suscitato nella cittadinanza e che comunque – conclude – andranno vagliate attentamente una per una”.