Si è appena conclusa la conferenza dei capigruppo che ha stabilito la convocazione del Consiglio Comunale di Formia per il prossimo 20 maggio alle ore 15,30 con un ordine del giorno molto corposo: sanità comprensoriale, emergenza idrica, rinegoziazione dei muti con cassa depositi e prestiti.
L’emergenza epidemiologica impone ancor più delle considerazioni sullo stato della sanità e della offerta sanitaria nel basso Lazio.
Se da un lato pur comprensibile voler preservare da parte della Regione Lazio e dell’ ASL il Dono Svizzero quale struttura no Covid, purtroppo in questi ultimi due mesi numerosi pazienti Covid sono stati nell’Ospedale curati e ricoverati e i reparti di terapia intensiva e radiologia hanno servito anche pazienti Covid, essendo gli unici della provincia oltre al S. Maria Goretti di Latina, va soprattutto posto l’accento sulle disfunzioni ormai ataviche del presidio ospedaliero di Formia che serve l’intero comprensorio.
Il consiglio comunale sarà, per l’appunto, aperto e con espresso invito a partecipare anche in videoconferenza a tutti i Sindaci del territorio di riferimento del Dono Svizzero, nonché al management AUSL LT ed ai consiglieri regionali ed onorevoli eletti in provincia ed al competente assessore regionale.
Sono sul tavolo da troppo tempo ormai le questioni relative, per esempio, alla emodinamica, alla TAC ed alla risonanza magnetica. L’emodinamica attualmente è operativa solo h6 e non h24.
In una provincia morfologicamente lunga come la nostra appare ancor più grave costringere il malcapitato di turno, a seconda dell’orario del malore, a raggiungere (in tempo?) il S. Maria Goretti di Latina.
Analogamente grave la situazione relativa alla Tac, attualmente a 16 strati, quando ne occorrerebbero almeno 140.
Della risonanza magnetica troppo si è detto finora ma il Consiglio Comunale potrà prendere parola chiara e decisa affinché si stimoli l’Ausl alla definitiva fruizione del servizio anche agli esterni e non solo ai ricoverati. Si potrà e dovrà parlare di ospedale del golfo.
L’emergenza idrica va affrontata con il giusto senso di responsabilità, meritevole di opportuno approfondimento in Consiglio Comunale.
I pozzi dei XXV ponti non erogheranno 300 litri al secondo come previsto, ma solo 100, con seri rischi di salinità nell’acqua; per la condotta Cellole-Minturno non sono a tutt’oggi noti i costi e quanto poi costerà un metro cubo di acqua. Il gestore paventa nuovamente l’ipotesi dissalatori a cui tutta la città ed il consiglio comunale nella sua funzione potrà, se ritiene, opporsi con fermezza. Tuttora, non è dato sapere come siano stati spesi i 5 milioni di euro che Acqualatina ha ricevuto dalla protezione civile. Troppo poco, quasi nulla, è stato fatto per la tutela della sorgente Mazzoccolo e la sostituzione della rete colabrodo.
Ultimo punto all’o.d.g. sarà l’autorizzazione alla rinegoziazione dei mutui con cassa depositi e prestiti s.p.a. che consentirà un mancato esborso per le casse comunali di € 1,5 milioni di euro per le quote capitale.
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