Un sabato davvero speciale al Teatro Bertolt Brecht. Il 21 Febbraio un doppio appuntamento da non perdere tra cinema e teatro promosso dal collettivo formiano all’interno del progetto Officine Culturali della Regione Lazio, del circuito dei Teatri Riuniti del golfo in collaborazione con l’Ipab SS. Annunziata e la Fondazione Alzaia.
Alle ore 18:00 ad ingresso libero per la stagione “Parole sotto lo schermo” interverrà Desirée Sabatini, Docente di Istituzioni di Regia Digitale presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. La Sabatini indagherà i rapporti tra teatro e video attraverso l’analisi di un testo esemplare: “Il Principe Costante – Ricostruzione”, prodotto della collaborazione tra Ferruccio Marotti e Jerzy Grotowski. Jerzy Grotowski – uno fra i maggiori uomini di teatro del Novecento – è stato nel 1982, insieme con Eduardo De Filippo, il primo professore a contratto di teatro alla Università di Roma La Sapienza”. Ma già nel 1975 Grotowski era stato ospite al Teatro Ateneo, dove aveva mostrato il film del “Principe Costante”, spettacolo teatrale da lui realizzato dieci anni prima con la grande interpretazione di Ryszard Cieslak, che aveva avuto quattromila repliche in tutto il mondo ed era diventato lo spettacolo mito di quei decenni. Si trattava di un film muto, bianco e nero in 16 mm, molto rovinato, che riprendeva lo spettacolo per intero, con solo un’interruzione ogni 11 minuti (che corrisponde al cambio di caricatore in una cinepresa professionale) . In quell’occasione Ferruccio Marotti, allora direttore dell’allora Istituto del Teatro dell’Università, oggi Centro Teatro Ateneo, il quale aveva registrato a Spoleto, nel 1968, la traccia audio dello spettacolo, propose a un incredulo Grotowski di permettergli di sincronizzare il film muto di alcuni anni prima, con la registrazione audio del 1968, con l’aiuto dello stesso Cieslak: da questa originale impresa, nacque un documento di grande valore storico: “Il Principe Costante – Ricostruzione”.
Alle ore 21:00 per la stagione del teatro a cappello “Sciapò” (ingresso libero, uscita a pagamento) in scena “Garrincha, l’angelo dalle gambe storte” per la regia di Giancarlo Fares. La favola di Manoel Francisco dos Santos, l’ala destra che sussurrava ai passeri, il grande Garrincha, il bambino che anche nella vita si è trovato di fronte alla necessità di continuare a dribblare, superare persone, cose e fatti per non cadere. Una vita intera passata in quella zona del campo dove non esistono regole, dove l’unica regola devi essere tu, ai margini di quella linea bianca che separa il mondo da te. Garrincha era stato soprannominato la gioia del popolo, l’uomo che ha insegnato alla gente a ridere. E la gente ha riso per tutta la sua vita, prima con lui e poi di lui. Osannato, innalzato a mito, poi umiliato e abbandonato, degradato a ubriacone, a poveraccio, mai abbastanza ringraziato e troppo tardi pianto. Il grande Garrincha, poeta della finta impossibile, ha insegnato a tutto il mondo che il calcio è gioia, festa, divertimento, ma soprattutto poesia, e di questa poesia è stato il miglior autore. La storia di un angelo, di un “diverso”, puro, una leggenda, un tramite tra il popolo e la gioia
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