Si parte l’8 agosto in Piazza Vittoria (ingresso libero) con il concerto del sassofonista e polistrumentista napoletano Enzo Avitabile e de “I bottari di Portico”, band della provincia di Caserta che ripropone musiche e strumenti della tradizione contadina campana. Un abbinamento suggestivo nello spirito di un artista poliedrico che da oltre trent’anni mescola temi, tradizioni e ritmi del sud con i suoni dell’Africa nera, in una sintesi di grande efficacia e intensità emotiva. Il suono dei Bottari di Portico richiama riti antichi legati alla terra quando botti, tini e falci venivano usati come percussioni a scandire il ritmo dei cortei cui i contadini prendevano parte per scacciare gli spiriti maligni e propiziare il raccolto. Un concerto che fonde questi elementi e li riporta sul terreno della world music, verso orizzonti musicali che tagliano il Mediterraneo e uniscono Africa, Italia e Medio Oriente.
L’altro grande evento è fissato per il giorno 13 di agosto nel suggestivo scenario della tomba di Cicerone (ingresso: 10 euro). Dopo la fortunata avventura col progetto di gruppo “Un incontro in jazz” e il disco “Auditorium Recording Studio” del 2011, prosegue la felice collaborazione tra Gino Paoli e Danilo Rea, da mesi in tour per i più grandi teatri italiani per presentare l’album “Due come noi che…”. Una collezione di “sold out” a sancire il successo di un matrimonio artistico particolarmente riuscito. Da un lato la voce e il carisma di Paoli, uno dei più grandi autori e interpreti della canzone italiana. Dall’altro il lirismo e la creatività di Rea, tra i pianisti più affermati del panorama musicale internazionale. “Due come noi che…” è l’esempio di come artisti assoluti possano reinterpretare in modo alternativo alcuni classici della musica italiana. Solo piano e voce, solo Danilo e Gino, la loro straordinaria capacità di inseguirsi, smarcarsi e ritrovarsi su una strada che è quella delle canzoni più belle del nostro patrimonio. Da “Averti addosso” a “Il cielo in una stanza”, da “Vivere ancora” a “Perduti” passando per “La gatta” e “Come si fa”, insieme a chicche dei cantautori genovesi, che per Gino sono gli amici di una vita: “Canzone dell’amore perduto” e “Bocca di rosa” (strumentale) di De André, “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, “Vedrai Vedrai” di Tenco e “Se tu sapessi” di Bruno Lauzi. Nella track list, così come in scaletta live, anche “Non andare via” traduzione italiana della meravigliosa “Ne me quitte pas” che proprio Jacques Brel chiese di tradurre a Paoli e “Albergo a ore”, il commovente brano di Herbert Pagani.
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