L’attività che regola il bilancio è amministrativa e si basa su numeri certificati dalla direzione finanziaria dell’Ente e ulteriormente verificati dai revisori dei conti presenti all’ultimo Consiglio Comunale. L’Udc tira fuori cifre estrapolandole dal contesto complessivo: questo vale tanto per il buco di 800 mila euro che per la causa vinta dal Comune, cui sarebbe legato il tesoretto di 600 mila euro nelle casse dell’amministrazione.
La relazione di bilancio presentata in Consiglio Comunale evidenzia tre cifre fondamentali:
1) 35.884.000 euro di spese correnti;
2) minori entrate pari a 1 milione e 400 mila euro di gettito Imu ed oneri urbanistici e 1.700.000 euro di mancati trasferimenti dallo Stato centrale e dalla Regione.
Il totale è di 3 milioni e 100 mila euro. Questo è il buco di bilancio della città di Formia che chi amministra ha l’imperativo legale di coprire. Ogni altra cifra avulsa da questo quadro può essere manipolata secondo i propri scopi. La manovra di bilancio effettuata ha dovuto intervenire su queste cifre ed ha seguito i seguenti principi:
a) aumento dell’1% (dal 9,5 al 10,5%) dell’aliquota Imu su seconde e terze case, portata al livello medio provinciale, per 1 milione e 200 mila euro di recupero;
b) introduzione della Tares (applicata da tutti i maggiori comuni della provincia) a copertura di un ulteriore milione e 300 mila euro;
c) ulteriori tagli della spesa pari a 600 mila euro rispetto ad un taglio complessivo di 915 mila euro.
Si parla di sperperi di 250 mila euro per la programmazione estiva quando lo stesso bilancio ha evidenziato rispetto alle previsioni del 2012 una riduzione della spesa nei settori Sviluppo Economico, Cultura e Turismo di 154 mila euro. Un’altra cifra che è stata estrapolata dal contesto, a testimonianza dell’uso strumentale che l’Udc fa dei numeri.
Va inoltre ricordato che questa amministrazione, pur in un quadro di così grave carenza, ha mantenuto inalterati i servizi alla persona e quelli a domanda individuale.
La proposta alternativa riguarda quindi solo la Tares. L’intervento auspicato dall’Udc di aumentare e rimodulare la Tarsu avrebbe portato solo 500 mila euro nelle casse del Comune, costringendo l’amministrazione ad un drastico aumento dell’addizionale Irpef, tassa che incide sul reddito dei soliti noti, quelli che le tasse le pagano già oggi appieno.
Se l’Udc avesse avuto realmente a cuore le sorti del bilancio comunale non avrebbe aumentato in un solo anno il costo del servizio rifiuti, lievitato di un milione e mezzo di euro tra 2011 e 2012. Un danno che oggi siamo costretti a riparare.
Fulvio Spertini – Delegato
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