Il 20 ottobre sarà inaugurato l’auditorium di via Olivastro Spaventola e sarà intitolato alla memoria del senatore Vittorio Foa. Il punto è stato iscritto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, perché il sindaco ha voluto che fosse il consiglio a deliberare l’intitolazione. Il 20 ottobre, quinto anniversario della morte, sarà l’occasione per ricordare questa straordinaria figura di politico e intellettuale che ha dato lustro alla nostra città scegliendola per un ventennio come sua prediletta residenza e, in ultimo, come luogo di sepoltura. Vittorio Foa, cittadino onorario di Formia ha onorato l’Italia prima attraverso la lotta antifascista che ha pagato duramente con 10 anni di carcere; successivamente, come padre costituente, parlamentare per cinque legislature e dirigente sindacale della Cgil per tantissimi anni. Il sindacato, il lavoro, il rapporto con le persone sono state la sua grande passione. Ha scritto numerosi libri e ha aperto dibattiti culturali e sociali di grande rilevanza. Torinese di origine, scelse Formia come città di adozione. Qui sposò la sua compagna Sesa Tatò nel 2005, presso la Sala Sicurezza del Comune.
Formia vuole rendere omaggio alla sua figura, prevedendo insieme all’intitolazione della struttura anche un convegno alla presenza di intellettuali e artisti, tra i quali Vittorio Sermonti e Carlo Ginzburg rappresentano due eccellenze assolute. L’idea su cui l’amministrazione lavora è che da questa iniziativa parta per gli anni successivi un festival che affronti, a partire dal ‘900, i temi del futuro ai quali Foa era particolarmente sensibile. Saranno invitati storici, sociologi, filosofi, economisti. Si terranno manifestazioni concertistiche, mostre e tanti altri eventi culturali. Al centro del festival un premio internazionale diviso in più sezioni assegnato da una commissione di esperti di livello nazionale che saranno ufficialmente presentati nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’auditorium.
“Vittorio ha dato lustro al nome di Formia – commenta il sindaco Sandro Bartolomeo – e noi vogliamo restituirgli almeno in parte il segno della nostra riconoscenza. Il festival non sarà un evento celebrativo, a lui non sarebbe piaciuto. Avrà un contenuto politico, culturale e sociale. Perché i giovani tornino ad interessarsi di storia e, conseguentemente, di politica. Perché attraverso un approfondimento sul secolo scorso affrontino al meglio le sfide del futuro”.
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