“Ora basta, coinvolgeremo la Procura”. Il Sindaco Sandro Bartolomeo prende posizione sull’episodio di inquinamento che nelle ultime ore ha avuto come protagonista il mare di Vindicio. L’acqua torbida e la scia di rifiuti sul bagnasciuga hanno sollevato le preoccupazioni di tanti cittadini ed operatori del turismo balneare. Molti di loro hanno puntato l’indice contro gli allevamenti di itticoltura attribuendo il fenomeno all’attività di pulitura delle vasche.
“L’Amministrazione si è immediatamente mobilitata – spiega il primo cittadino -. Della vicenda si è occupata l’Assessora alle Politiche Ambientali Maria Rita Manzo insieme al mio staff. Abbiamo provveduto a sollecitare l’intervento della Guardia Costiera e dell’Asl e inviato sul posto i Vigili Urbani. Scesi in spiaggia, abbiamo verificato che il fenomeno sussisteva”.
Sul bagnasciuga c’erano rifiuti di vario tipo. L’acqua era particolarmente torbida, deturpata da chiazze di schiuma bianca e rifiuti galleggianti di diversa tipologia.
“Non abbiamo elementi definitivi che ci consentano di attribuire il fenomeno agli allevamenti di pesci – sostiene il Sindaco Bartolomeo -. Gli esami di laboratorio chiariranno tanti aspetti. A tal fine abbiamo chiesto alla Guardia Costiera di prelevare dei campioni e domattina sarà il turno dell’Arpa. Abbiamo chiesto agli operatori balneari di Vindicio di effettuare dei prelievi che saranno anch’essi analizzati. Qualcuno deve dirci come ancora oggi possano accadere cose di questo tipo. Più volte abbiamo sollecitato le Istituzioni. A più riprese l’Assessora Manzo è intervenuta sul tema dell’Area Sensibile e la lettera inviata oggi prima che si sapesse dell’episodio di Vindicio, chiedeva alla Regione l’adeguamento degli impianti di depurazione e lo spostamento off-shore delle vasche di itticoltura, esattamente ciò che prevede la delibera regionale del Golfo Area Sensibile. E’ questa la posizione che esprimiamo da anni, da quando con la nostra mobilitazione evitammo la follia dell’allevamento di tonni di fronte alle coste di Formia. Non abbiamo cambiato idea – prosegue Bartolomeo –. Gli operatori turistici sono sul piede di guerra e hanno ragione. Gli allevamenti devono andare fuori. La soluzione off-shore è prevista dalla legislazione regionale ed è arrivato il momento di darvi esecuzione”.
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