Un altro sguardo aperto agli altri amori è quello che propone l’Associazione Jazzflirt-Musica & altri – Amori sabato 29 dicembre 2018 con Carlo Maver, squisito interprete del bandoneon, strumento di straordinaria difficoltà e complessità.
Nella suggestiva cornice del Cisternone Romano si esibirà il musicista bolognese in brevi performances precedute dalla visita del luogo effettuata in collaborazione con l’Associazione Sinus Formianum. Esperti archeologi accompagneranno il pubblico, nel numero massimo consentito dalla sicurezza, sul luogo dell’evento. L’ingresso sarà gratuito ma con prenotazione obbligatoria.
Il Bandoneon, seppur affascinante per le suggestioni sonore che riesce a creare non vanta, nel panorama delle musiche ‘altre’ – dal jazz alla world music – molti specialisti, sebbene sia stato riportato alla ribalta dal grande Astor Piazzolla con il suo Tango Nuevo. E’ uno strumento che, in realtà si presta ad essere inserito nei contesti più svariati sia nel ruolo di solista che in quello di cesellatore di tavolozze sonore. Di questo nobile strumento a settantuno tasti (creato dal tedesco Heinrich Band quasi due secoli fa e arrivato in Argentina con gli emigranti tedeschi all’inizio del XX secolo, tanto da inserirsi presto nella musica popolare locale, al di fuori quindi del contesto di musica sacra in cui venne utilizzato inizialmente) Carlo Maver ne è, appunto, uno squisito interprete. Il musicista bolognese studia lo strumento a mantice con straordinaria passione, inserendolo nella propria produzione, sia discografica che live, accanto al flauto, del quale vanta un diploma al Conservatorio Martini con il maestro Giorgio Zagnoni. Con il bandoneon il rapporto è iniziato grazie a Daniele Di Bonaventura, che dello strumento è un virtuoso, che l’ha indirizzato sui sentieri giusti per apprendere al meglio lo strumento. Poi Maver si è perfezionato con il maestro Dino Saluzzi con lunghi soggiorni in Argentina, per un rapporto che ha significato molto sia per la tecnica strumentale che per la ricerca di un proprio stile e linguaggio. Con il flauto prima, ed il bandoneon poi, Maver si è inserito presto nel jazz attraverso la collaborazione con il maestro Teo Ciavarella, che l’ha portato a condividere collaborazioni e palcoscenici con musicisti di primo piano, da Eddie Gomez a Hengel Gualdi, da Javer Girotto a Cheryl Porter, da Simone Zanchini allo stesso Di Bonventura, solo per citarne alcuni. Inevitabile la formazione di un proprio ensemble, il Maver Quartet, con cui il musicista ha registrato ‘Spaesaggi’ e ’12 Nodi’, dischi in cui mostra una bella vena di compositore (tutti i brani sono originali) e che hanno ottenuto il plauso della critica e che sono stati ben accolti dal pubblico, come dimostra la sua partecipazione a festival e concerti, in Italia e in Europa, ma anche in Australia, Etiopia, Turchia, Argentina e Afganistan, oltre a suonare in vari programmi tv Rai e Mediaset. Personalità artistica curiosa e sempre pronto a mettersi in gioco, Maver ha scritto anche musiche per il teatro, collaborando con numerosi musicisti. Dal 2008 cura la direzione artistica di ‘Eco della musica’, un festival ecologico-musicale.
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