#Formia, lettera aperta di Enrico Paone al SEL

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Enrico Paone a Circolo di Sinistra Ecologia Libertà Formia.

In questo ultimo periodo di riposo forzato, costretto in casa da una discopatia, ho maturato, dopo una lunga e attenta riflessione, la consapevolezza dell’impossibilità di svolgere il mio ruolo di consigliere comunale.

Le conseguenti dimissioni non sono frutto né di problemi personali né di uno stato di salute precario, almeno se riferito alla comune accezione del termine.

Dimissioni per stanchezza, le definirei. Stanchezza che non riesco minimamente a gestire in maniera adeguata. I compiti che dovrebbero competermi e riguardare la seconda parte della legislatura, hanno invece bisogno di una serenità che non ho e non riesco a trovare.

I 30 mesi trascorsi dall’inizio del mandato sono stati faticosi e non ne abbiamo fatto mai mistero, né io, né il circolo. E nel mio caso, è proprio questa la questione.

Non ci sarebbe stata stanchezza se le nostre energie fossero state utilizzate sempre per le cose da fare per la città. E invece, nostro malgrado, e nonostante l’impegno che non è mai mancato, ci siamo dovuti produrre spesso in prove di forza muscolare col resto della maggioranza o parte di essa, in difesa delle nostre convinzioni, che troppo spesso non sono state condivise e quasi sempre snobbate.

La mia, la nostra maggioranza, ha avuto poco rispetto per un alleato di governo, di peso minore certo, ma non insignificante, anche nei numeri, con tre consiglieri eletti. Voglio davvero sperare che questa affermazione che ha riscontro in fatti documentati o documentabili, e non certo frutto di vittimismo da parte nostra, non sollevi la consueta levata di scudi del PD. La solita dichiarazione di “lesa maestà” sarebbe davvero fuori luogo per un partito che, per sua stessa ammissione, continua ad interrogarsi su come tenersi unito. E nel tentativo, ancora oggi vano, di tenere assieme le diverse anime che lo compongono, non ha mai avuto modo di considerare le nostre istanze. E poi, comunque, “quelli di SEL stanno lì, senza se e senza ma”, immaginando quasi una subalternità che non poteva esserci perchè semplicemente inaccettabile.

Le tante denunce pubbliche da noi fatte a tal proposito, dentro e fuori il consiglio comunale, non hanno prodotto effetti sostanziali nei rapporti di coalizione. In qualche caso, anzi, hanno fatto da (effimero) collante per il PD che si è schierato compatto in difesa dei propri equilibri (?) interni. Equilibri resi, forse, ancor più problematici dalle nuove adesioni al partito avvenute in questa prima parte della legislatura e che hanno riguardato anche alcuni eletti della Lista Civica e un nostro consigliere.

E’ ozioso esprimere l’amarezza con cui lascio l’amministrazione. Ciò non mi permette di porgere ringraziamento alcuno, se non al consigliere Bortone ed all’assessore Manzo che hanno condiviso con me un percorso amministrativo non facile. Auguro ad entrambi, ma anche a chi mi sostituirà, maggior forza della mia: se queste dimissioni venissero lette in modo politicamente corretto dagli alleati di governo, cosa di cui sinceramente dubito, il loro percorso futuro potrà essere più agevole.

Ringrazio inoltre il circolo di SEL che ha voluto candidarmi e che mi ha sempre sostenuto e dichiaro il mio impegno nel “continuare a starci”. Il momento politico è cruciale ed il circolo, oltre che nell’impegno a livello locale, è coinvolto nella costruzione a livello nazionale di “quel qualcosa” che io non amo ancora meglio definire, perché lo ritengo personalmente in continuo divenire. Un progetto che può avere speranze di successo solo se basato sulla piena autonomia dal PD. Un qualcosa di veramente nuovo e che oggi ancor più necessita, attaccati come spesso siamo da un “nuovo che avanza” così stantio da risultare peggiore addirittura del “vecchio che resiste”.

Per tornare alla mia vicenda amministrativa, assodata la mia fragilità istituzionale (è, tra l’altro, la seconda volta che mi dimetto) e non solo quindi per fatti anagrafici, ribadisco la volontà di abbandonare qualsiasi idea di impegni amministrativi futuri.

Enrico Paone

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