Ministeri Sovraordinati, pertanto, non assegna alcun importo alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, né autorizza all’avvio di procedure di gara di qualsiasi natura, ma si configura esclusivamente come atto propedeutico alla ratifica di eventuali Accordi di Programma, qualora se ne verifichino i presupposti.”Regione Lazio Decr.V00109:2017
Questa frase, scritta a conclusione del Decreto U00109/2017 dovrebbe, da sola, dare quella prudenza nelle dichiarazioni che non sembra essere la virtù principale degli amministratori locali di Formia.
Il problema però non è tanto una notizia fornita fantasticando un po’ troppo su un atto generico, ma se realmente lo si voglia costruire questo benedetto ospedale: in quel caso bisognerebbe davvero preoccuparsi, sia per i tempi che per i costi.
Cominciamo con i costi. Ma quanto costa un ospedale nuovo?
Il nuovo Ospedale di Padova, ha dei costi previsti di 410 milioni di euro per la struttura, 132 milioni di euro per le attrezzature, 55 milioni di euro per le spese generali, per un totale di 597 milioni di euro più IVA.
Magari non si vuole costruirne uno così grande, il nuovo Ospedale di Novara, ha dei costi previsti di 170 milioni di euro (escludento i costi per le strutture universitarie); scendendo un po’ troviamo il nuovo Ospedale di Pordenone, che costerà ai cittadini 150 milioni di euro per la struttura, 12 per la cittadella della salute, 30 milioni di euro per le attrezzature.
Se però si vuole scendere ad un ospedale più piccolo, del taglio che dovrebbe avere quello di Formia, basta guardare al nuovo Ospedale delle Alpi Apuane (Massa Carrara) che ha dei costi paragonabili a quello sognato dal sindaco di Formia: 74 milioni e 376 mila euro, questo ospedale, però, ha visto lievitare il costo a 152 milioni e non è ancora finita lì, ma non è finita lì neppure per il comune toscano perché, accanto ai costi propri dell’ospedale vi sono dei costi infrastrutturali a carico del comune che non erano stati quantificati.
Allo stesso modo se si valutano i tempi di realizzazione di un’opera del genere non c’è da stare tranquilli. Se dovesse davvero essere iniziato e ultimato (e non dovessero bloccarsi i lavori in eterno a causa dei pochi fondi), un tempo ragionevole entro il quale i cittadini potrebbero fruire della nuova struttura sarebbe tra i 10 e i 15 anni, non pochi.
Il problema, come al solito, è se davvero questo tipo di interventi sia utile. Ci si chiede: conviene davvero ai cittadini costruire un nuovo ospedale?
La domanda immediata che i cittadini dovrebbero porsi è: costruire un nuovo ospedale significa davvero migliorare l’assistenza sanitaria?
Un ospedale da 75 milioni di euro, significa un ospedale piccolo (e questo lo precisa anche il decreto quando asserisce che il nuovo ospedale sostituirà il Dono Svizzero ed avrà lo stesso numero di posti), e a quel costo, poco attrezzato, fatto, quest’ultimo di non poco conto.
I cittadini del comprensorio devono puntare ad un miglioramento dell’assistenza, più che a moltiplicare le spese per nuove strutture.
Perchè non investire parte di quei 75 milioni in nuovi macchinari? Potenziando magari l’ospedale di Gaeta, che ha i numeri e lo spazio per ampliarsi, senza spendere troppi soldi per l’edilizia e aumentando di conseguenza l’offerta sanitaria a tutto il comprensorio.
Al Dono Svizzero si lascerebbero comunque i presidi di pronto soccorso, rianimazione e pronto intervento cardiologico, come andrebbe fatto anche a Minturno, in questo modo i cittadini sarebbero coperti per le emergenze e avrebbero un ospedale in zona attrezzato e realmente utile.
E magari risparmia anche l’erario!
Insomma, se vogliamo puntare al sodo, ovvero alla qualità della vita dei cittadini, gli interventi da programmare per la sanità del sud pontino sono ben altri rispetto alle trovate pre-elettorali che arrivano dal Commissario ad Acta!
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