Un episodio storico – il naufragio della fregata francese Mèduse – e il dipinto di Theodore Gericault che ne eternò la memoria sono lo spunto da cui parte “Maredentro”, la piece teatrale in programma venerdì 19 e sabato 20 dicembre all’Officina Culturale Falcone-Borsellino (ingresso libero). Lo spettacolo, promosso dall’Assessorato alla Cultura nell’ambito del calendario natalizio, è curato dal Teatro KappaO per la regia di Gianni Tudino.
E’ il giugno del 1816, quando la fregata Méduse, inviata dal governo francese a svolgere missione coloniale lungo le coste del Senegal, si arena su un banco di sabbia a largo della Mauritania. Le scialuppe non bastano a contenere tutti i passeggeri della nave. Parte di loro finisce alla deriva su una zattera di fortuna. I naufraghi sono 147. Solo 13 riusciranno a salvarsi. Disperazione, follia, cannibalismo. La tela di Géricault restituisce l’episodio con impressionante realismo. Corpi di carne mutila e putrescente galleggiano alla deriva di un mare a tinte fosche nel quale l’uomo sperimenta il grado zero della vita.
In questa tela, proiettata quasi fosse un ologramma, l’attore è contemporaneamente naufrago e pittore, disperatamente aggrappato ad un mastodontico cavalletto che è snodo simbolico e, insieme, fulcro visivo della scena. L’uomo, in balia del mare e vittima della sua stessa natura, affronta il doloroso percorso della vita per trovare nell’arte la sua personale catarsi.
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