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Formia, Masiello: “Ascoltare, capire… e poi parlare”

Esopo ci ha insegnato che l’uomo ha due orecchie ed una bocca semplicemente perché bisogna prima ascoltare (e cercare di capire) e poi parlare”.

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L’assessore all’Urbanistica Giuseppe Masiello replica alle critiche sul nuovo piano regolatore generale piovute dai banchi del gruppo consiliare Udc. “Sono trascorsi otto mesi dal nostro insediamento – spiega – e abbiamo presentato in via preliminare il Prg al Coni a tutta la città e ai gruppi consiliari, eppure l’UDC continua nella inutile polemica in merito al fatto che siano stati convocati per la prima volta “nonostante le uscite pubbliche, con l’Architetto Purini“.
Peccato siano arrivati in ritardo di un paio di settimane… le stesse cose che abbiamo detto al Coni, le abbiamo ripetute ai gruppi consiliari, in attesa di affrontare la discussione con votazione finale in Consiglio Comunale che rimane l’unica sede deputata per l’adozione piano. Mi preme ricordare, che per conoscere il prg della precedente amministrazione, le carte e i documenti, abbiamo dovuto aspettare di vincere le elezioni”.
Masiello cita Mies Van der Rhoe, progettista tedesco degli anni ’20, famoso per la direzione artistica del quartiere Weissenhof a Stoccarda e di altre opere famosissime come il Seagram Building a New York per il quale “Non è importante “cosa si fa”, ma “come si fa“”. “E’ vero – sostiene l’assessore – che il dimensionamento di prg, stimato in circa 2 mila alloggi, proviene dalla precedente versione della Giunta Forte. Proviene, infatti, dalla risultanze delle analisi tecniche condotte dal Professor Acocella che ha stimato in quella quantità, il patrimonio edilizio da realizzare nella variante. E’ quindi una definizione tecnica, che anche noi abbiamo mutuato dalle considerazioni svolte. Quindi, l’importante non è “cosa”, ma “come” avviene la localizzazione di queste quantità. Quanto alla precedente ipotesi di disseminare case sotto forma di sprawl (che significa “sguaiatamente sdraiato”) lungo l’asse di collegamento con Maranola, Trivio e Castellonorato, lungo l’Acervara, e in punti “strategici”, a ridosso delle aree a parco, disseminati nel territorio aperto, abbiamo concordato con il Professor Purini che, per evitare il dissennato consumo di suolo già perpetrato in questa città, si debba intervenire per processi di consolidamento e densificazione dei tessuti esistenti, attraverso operazioni di rigenerazione urbana che interessino tanto le aree industriali dismesse quanto i quartieri edificati privi di servizi e di bassa qualità ambientale e paesaggistica. A tal proposito – spiega – nelle aree industriali dismesse, saranno previsti gli spazi pubblici a servizio dei quartieri di Mola e di San Giulio, proprio per innalzare lo standard qualitativo di chi abita in quelle parti di città”.
E ancora: “Fa piacere che il gruppo consiliare di minoranza dell’UDC abbia a cuore le questioni ambientali e di tutela della sorgente Mazzoccolo. Vorrà dire che difenderemo lo stesso interesse pubblico. E fa piacere, rammentare, che dopo l’operazione Luci sul Golfo, anche altre forze politiche convergano sulla difesa del patrimonio collinare che insieme al patrimonio agricolo, intendiamo tutelare. Ecco perché, al posto del Cimitero degli Archi, sarà previsto l’uso agricolo di quelle aree. Forse alcuni consiglieri di minoranza che non hanno partecipato a tutta la durata della riunione, da professionisti e profondi cultori della materia, hanno ritenuto sufficiente il loro tempo prestato ad ascoltare. Suggerisco per il futuro di rimanere sino alla fine, per evitare errori marchiani. Le uniche espansioni previste saranno finalizzate alla densificazione dei tessuti esistenti e non completi, dotandoli, e mi ripeto, di quelle quantità a servizio per innalzarne il livello qualitativo dell’abitare”.

Quanto alla perequazione, “è vero – dice – che lo strumento introdotto dal Prof. Stanghellini era già presente nel precedente piano ma, probabilmente, nonostante siano passati cinque anni, il gruppo di minoranza dell’Udc sembra non averne ancora compreso il senso. Ancora una volta: non è importante “cosa” ma “come si fa”. La perequazione permette l’identità di trattamento per tutti i proprietari delle aree e l’indifferenza localizzativa alle scelte delle aree da trasformare al fine di evitare il fenomeno della rendita urbana di chi vede attuarsi il plusvalore delle aree che da agricole divengono edificabili (ad un più sostanzioso valore di mercato), come per esempio l’operazione che era stata prospettata sull’Acervara”.
Chiude sulla questione dell’accessibilità: “Non è secondaria nella proposta di piano. La previsione della pedemontana leggera è presente nella variante, la proposta della pedemontana “forte” no. Intendendo dire che alla narrazione fantasiosa di un’imminente apertura dei cantieri, fa seguito la previsione di un by-pass viario che, alla luce delle risorse finanziarie a livello di governo centrale, pare impossibile da realizzare nel breve-medio periodo. Si fa presente, comunque che la pedemontana leggera assumerà il carattere di strada di attraversamento e accessibilità alternativa al territorio nel rispetto dei valori paesaggistici, storico e culturali, e non pensando, di trasformarla in un’autostrada a quattro corsie”.

Comunicato Stampa

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