Lo scorso venerdì 13 gennaio, dal tramonto alla mezzanotte, si è svolta, presso la sede del Liceo classico Vitruvio Pollione di Formia, la 3^ edizione della “Notte nazionale del Liceo classico”, promossa da 388 licei d‘Italia.
La manifestazione è iniziata con la lettura, da parte di una studentessa del liceo, di un passo tratto dall’”Antigone” di Sofocle. Alla domanda peregrina: «A cosa serve studiare il greco, il latino, la filosofia, le letterature italiana e straniere, la storia, la geografia, la matematica, le scienze, la fisica e l’educazione fisica?», gli studenti, coordinati dai docenti, hanno risposto predisponendo ben quindici laboratori tematici incentrati, appunto, sulla rappresentazione teatrale e musicale, scenografica e coreografica, fotografica e sperimentale di tutte queste discipline. Durante la serata è stato anche offerto ai partecipanti il dolce Deliciae Vitruvianae, ideato e realizzato dagli allievi nel laboratorio di cucina. L’allestimento fotografico, ispirato al progetto “Humanae” della fotografa brasiliana Angelica Dass, con primi piani di oltre 200 studenti e studentesse, alcune professoresse e alcuni volti di giovani non europei, registra e cataloga una gamma ampia di possibili tonalità della pelle umana, con l’intento di mettere in mostra quanto le diversità tra uomini e donne, ancorché all’interno di un campione ristretto, non siano riferibili a fattori cosiddetti “razziali”, ma siano invece espressione della ricchezza e molteplicità della persona umana. Peraltro, questa installazione e i laboratori si sono ispirati al tema scelto per questa edizione, “La voce dello straniero”, un tema antico e moderno allo stesso tempo, se solo si pensi all’esule per antonomasia del mondo classico, l’Enea virgiliano, e al migrante di oggi che, con un viaggio sia fisico che interiore, tenta di affermare la propria dignità di uomo sempre più minacciata dall’odio, dalla violenza e dal pregiudizio. Le esibizionidegli alunni del liceo hanno ricevuto l’approvazione unanime del pubblico che è accorso numerosissimo e ha partecipato con attenzione ed entusiasmo alle attività realizzate dai ragazzi.
Al termine delle attività laboratoriali, è iniziato il dibattito introdotto dal dirigente scolastico, Pasquale Gionta, il quale ha messo in evidenza come sia paradossale la circostanza che così tanti licei classici sono chiamati a rispondere con tali iniziative a un pregiudizio, ormai radicato, che la formazione classica sia inutile e superata. Da un sondaggio di Almalaurea (Consorzio interuniversitario che raccoglie un centinaio di facoltà), effettuato su un campione di 270mila laureati nell’anno solare 2015, emerge che,
qualunque facoltà scelgano, i diplomati del liceo classico hanno punteggi più alti dei colleghi: 105/110, di media, contro 103 di chi esce dallo scientifico e 99,7 di chi ha studiato a un tecnico, e in tutti i 15 raggruppamenti disciplinari esaminati dall’indagine di Almalaurea i voti degli ex alunni del liceo classico sono più alti, tranne ingegneria, dove classici e scientifici pareggiano (102,1). Quanto al nostro liceo, non registra finora flessioni, mantenendo e in qualche occasione aumentando il numero di iscritti. E allora viene spontaneo supporre che la cosiddetta “scarsa attrattiva” degli studi classici sia da ascrivere al rigore e alla disciplina che essi richiedono, requisiti non appetibili in un’epoca, come quella attuale, irretita dalle illusorie “scorciatoie” della comunicazione globale e tecnicizzata. Il dirigente ha sottolineato invece che, se i tempi di molte operazioni e produzioni dell’uomo sono comprimibili grazie alla moderna tecnologia, non lo sono certo quelli dell’apprendimento, e ha ricordato, a tal riguardo, il ruolo e il magistero svolti da un grande uomo di cultura e maestro di civiltà recentemente scomparso, Tullio De Mauro. Il sindaco di Formia, dott. Sandro Bartolomeo, ha rimarcato la preminenza, sull’intero territorio, del Liceo classico “Vitruvio Pollione” come scuola di formazione delle eccellenze, ormai prossima al suo 90° anniversario, e ha ricordato come una così antica e prestigiosa Istituzione sia nata con il concorso non solo delle autorità, podestà e ministro, che nel 1927 ne favorirono la costituzione, ma anche dell’intera comunità di una città che, pur contando all’epoca una popolazione di non più di 10mila abitanti, ne avvertì, con lungimiranza, la peculiarità e l’importanza che avrebbe assunto nel tempo: una scommessa alla quale i fatti hanno dato ragione, se è vero che, dalle aule del liceo “Vitruvio”, provengono i maggior professionisti di un comprensorio che include, oltre ai comuni del sud pontino, anche quelli delle limitrofe province di Frosinone e Caserta.
In un intervento appassionato, lucido e ricco di dati concreti e spunti di riflessione, l’ospite d’onore, Piero Dorfles, noto giornalista, critico letterario e conduttore televisivo, testimone d’eccezione della efficacia e solidità degli studi classici (che, dalle 18.00 alle 21.00, ha partecipato ai laboratori, intervenendo in prima persona ed elogiando il lavoro degli studenti), ha diffusamente argomentato sul valore che un bagaglio culturale ampio e consolidato nel tempo ha nella vita di ognuno, precisando che informazione e conoscenza sono due concetti diversi: si può essere informati senza conoscere. Infatti, possiamo avere una quantità sterminata di informazioni, ma non per questo saperne trarre delle deduzioni sensate e quindi saperne di più. Cultura non è la capacità tecnica di usare una macchina: intelligenza è saper maneggiare concetti astratti e cultura è averne metabolizzati tanti. Se non si impara ad apprendere – ha aggiunto il prof. Dorfles – cioè a impadronirsi di nuove prospettive, di concetti che non si maneggiano ancora, non si può semplicemente studiare. E in questo senso, oltre a essere importante la saggistica, è essenziale anche la narrativa e la poesia, perché la letteratura abitua a fare i conti con l’ambiguità del comportamento umano, con le contraddizioni dell’uomo. E a porci qualche domanda e tentare di trovare qualche risposta a proposito delle nostre vite. C’è un buon motivo per cui a scuola, oltre ai giornali, è utile che si leggano i classici, e si cerchi di avvicinare i ragazzi alla letteratura moderna, giacché il messaggio letterario è sfuggente e plurivoco, permette di confrontarsi con più livelli di lettura, che è poi quello che dobbiamo fare ogni volta che ci confrontiamo con la complessità dell’agire umano. In questa prospettiva, va da sé che il rilancio di un indirizzo di studi altamente formativo come il liceo classico, capace di suscitare, oggi più di ieri, nuovi stimoli, accendere i più svariati interessi e sviluppare il pensiero critico, è una necessità imprescindibile.
È stata poi la volta di tre ex allievi del liceo “Vitruvio”, a cominciare dal prof. Antonio Corbo Esposito, ordinario di Analisi Matematica presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione dell’Università di Cassino, che ha messo in risalto il ruolo fondamentale della formazione ricevuta presso il liceo di Formia nella scelta dei suoi studi superiori e nella sua esperienza di docente universitario, sottolineando come la sistematicità e il metodo appresi nello studio delle lingue classiche sono stati, e sono ancora, decisivi nei suoi percorsi di ricerca e di elaborazione scientifica.
Il dott. Pierpaolo Filippelli ha presentato la sua testimonianza di magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia, prima in Sicilia poi a Napoli, attualmente di Procuratore aggiunto a Torre Annunziata, e di come gli studi classici abbiano avuto un’immediata e tangibile applicazione nella sua pratica professionale e nello svolgimento delle sue indagini, portando l’esempio del De bello gallico di Cesare, il cui approfondimento è stato per lui rivelatore e istruttivo nell’attuazione di una strategia di lotta alla criminalità organizzata.
Infine, Manuela Salvi, scrittrice per l’infanzia e autrice di bestseller pubblicati dalla casa editrice Mondadori, ha spigliatamente unito, nel suo intervento, spessore di preparazione e ironia, ricordando i suoi trascorsi di studentessa nelle aule del liceo “Vitruvio” e come questa eredità sia sempre attuale e viva nella sua esperienza professionale e di vita.
Il Maestro Ambrogio Sparagna, accompagnato dalla voce di Anna Rita Colaianni, ha offerto, in chiusura di serata, un piccolo ma prezioso saggio del suo repertorio di grande artista internazionale, riproponendo, da par suo, con le sonorità avvolgenti del suo organetto, la versione musicale di testi del poeta Trilussa.
La 3^ edizione della “Notte nazionale del Liceo classico” si è conclusa, poco prima della mezzanotte, con la lettura del “Lamento di Danae” di Simonide. Su questi versi, recitati da due studentesse del liceo nell’originale greco e nella traduzione di Quasimodo, il mondo si muove e la natura dell’uomo si rispecchia, nel ritmo segreto che le lingue classiche accolgono e ripetono da secoli.