Mentre il botta e il risposta anima la discussione sul mare e le sue potenzialità, il capogruppo consiliare del Partito Democratico di Formia, Ernesto Schiano, prova a reimpostare i termini del confronto invocando lungimiranza e solidarietà comprensoriale.
Spiega: “È il caso anzitutto di sciogliere un equivoco lessicale, anzi, per essere più precisi, topografico.
Il Golfo di Gaeta, non lo riconosciamo in tal modo perché è di Gaeta. Non si può pensare che le decisioni, la gestione, lo sfruttamento o la sua programmazione amministrativa possano essere ad esclusivo appannaggio del Comune di Gaeta.
Il Golfo di Gaeta è un luogo sulle cui sponde si affacciano numerose comunità, con le proprie autonomie, le proprie amministrazioni, le proprie prospettive, la propria cultura, le proprie tradizioni.
Ciò non significa, tuttavia, che possa o debba essere il campanilismo la risposta per la proficua gestione del nostro comprensorio, anzi, è l’esatto contrario. L’eterogeneità degli insediamenti umani, su queste terre da millenni, deve contribuire alla compartecipazione, alla collaborazione, alla contiguità non solo geografica, ma effettivamente partecipativa, programmatica e culturale. Riconoscere la diversità è l’unico modo per superarla, rivendicare solo autonomia significa lasciare il passo all’isolazionismo. Ed in questa stessa prospettiva, la Regione Lazio, sta cercando di superare le contrapposizioni tra comunità locali, indicando nel metodo della concertazione l’unica strada da intraprendere, perché, diversamente, sarà lo sviluppo stesso delle comunità e del contesto comprensoriale nel quale convivono a pagare il prezzo di tali dinamiche medievali. E certamente se parliamo di sviluppo per il basso Lazio, la prima risorsa alla quale pensiamo è l’economia del mare e non è un caso se quello sviluppo che rincorriamo invano da anni corrisponde al medesimo fallimento nel tentativo di approdare ad una collaudata economia legata al mare e alle sue risorse produttive.
Di fatto una opportunità che ad oggi siamo incapaci di cogliere. Infatti se nei piani della Regione Lazio, com’è noto, c’è la volontà di puntare fortemente su questo settore per far si che possa divenire il volano dell’economia locale, sui rispettivi territori non riusciamo a superare le contrapposizioni e le rivalità.
Tutti sappiamo che il Golfo ci accomuna, non solo negli interessi, ma fisicamente. Non ci sono distanze, eppoi, dopotutto, ci sentiamo tutti parte di un territorio prima ancora che di un Comune, non a caso è la nostra Storia ad insegnarci che solo fino a un po’ di anni fa questi luoghi erano un’unica città. Abbiamo fatto un passo indietro!
Che ognuno, se lo vuole, mantenga pure le proprie rivendicazioni, ma non permettiamo che le logiche di campanile e i personalismi pregiudichino qualsiasi possibilità di sviluppo armonioso del Golfo di Gaeta. Crediamo da tempo possa essere finalmente arrivato l’inizio di una nuova era, così come crediamo che finalmente tutti i Comuni costieri del nostro Golfo possano mettersi intorno ad un tavolo per deciderne insieme il futuro e lo sviluppo perché concepire ancora oggi lo sviluppo di un territorio come a compartimenti stagni di una nave dove all’allagamento di uno gli altri ne restano esclusi, sarebbe un errore imperdonabile che continueremo a pagare negli anni a venire. Dobbiamo smetterla di ragionare così! Ed in questa direzione è corretta la richiesta del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo di entrare nell’autorità portuale per avere la possibilità di far parte di quei processi decisionali che possono determinare la riuscita o l’insuccesso di questa iniziativa. E’ per questo che apprendiamo con grande rammarico che il Comune di Gaeta, anche se sarebbe meglio dire solo il suo sindaco Mitrano, non condivide questa impostazione e continua a pensare che le decisioni prese sul territorio che amministra non abbiano conseguenze anche su quelli dei Comuni limitrofi.
Questa è una prepotenza che non possiamo accettare! Auspichiamo per il Golfo uno sviluppo organico, concertato tra tutti i Comuni costieri perché il mare deve divenire effettivamente una risorsa da tutelare e valorizzare.
Il pontile petroli, così come concepito, non solo è incompatibile con un nuovo e finalmente efficace modello di sviluppo che vogliamo adottare, ma avrebbe delle conseguenze drammatiche sull’ecosistema della spiaggia di Vindicio, già fortemente compromesso dalla presenza di allevamenti di mitili. E allora attiviamoci affinchè quanto deciso da Mitrano e Monti venga ridiscusso. Sediamo tutti intorno ad un tavolo, e facciamolo per discutere come portare off shore il pontile petroli e gli impianti di itticoltura. Ed ancora facciamolo per sviluppare un piano regolatore del mare che eviti la nascita di porti, porticcioli e marine, in maniera selvaggia, senza un’idea organica, sostenibile, ecologica ed economica di sviluppo, che possa determinare concrete prospettive di lungo termine. L’economia scellerata pensata nei decenni passati, basata su enormi insediamenti industriali sulla costa, è uno schiaffo a quel senso di appartenenza che in molti sono pronti a rivendicare anche nei confronti degli stessi vicini, ma poi nei fatti incapaci di difendere, a causa dell’asservimento delle nostre comunità al potere e al tornaconto del singolo di turno. Amministrare oggi significa farlo come comunità nella sua accezione più larga. Il tempo degli accordi sottobanco è finito perché ha portato solo risultati fallimentari.
i siti industriali dismessi, i fallimenti aziendali, gli ecomostri affacciati su una bomboniera paesaggistica, il Nostro Golfo, che andrebbe immediatamente riconvertito a sport e turismo, stanno li a rappresentare quanto abbiamo sbagliato e quanto sia indispensabile, vitale, non compiere più tali errori. Solo così economia del mare passerà dall’essere uno slogan a diventare uno strumento di sviluppo. Solo così potremo restituire a questo comprensorio dignità e speranza.
Ernesto Schiano
Capogruppo consiliare Partito Democratico Formia
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