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Formia, più di mille chilometri a piedi per celebrare l’Arma dei Carabinieri

michele maddalena

L’ultima impresa del marciatore Michele Maddalena presentata oggi in Comune

Cinquanta tappe tra Italia e Francia. Una per ogni località che ha dato i natali o ha avuto come protagonisti decorati dell’Arma dei Carabinieri. 1070 chilometri complessivi, ogni giorno ventidue chilometri a piedi. L’ultima impresa del 78enne marciatore formiano Michele Maddalena è stata presentata oggi presso la sala Sicurezza del Comune alla presenza dell’Assessora al Turismo Eleonora Zangrillo, di rappresentanti dell’Arma e del “Lions Club”. L’ha chiamata “Marcia della Fedelissima”, nata per celebrare il 200° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Un “pellegrinaggio” simbolico che porterà Maddalena in viaggio verso i luoghi che hanno fatto la storia della Benemerita e del nostro Paese.

Ogni tappa sarà accompagnata da una cerimonia in onore dei caduti. Maddalena farà visita alle caserme dei Carabinieri, anche le più remote, cui consegnerà la pergamena ricordo del Lions Club di Formia (presente alla conferenza stampa e sostenitore dell’iniziativa) quale segno di riconoscenza per il proficuo lavoro svolto dall’Arma nel contrasto alla criminalità. Alle cerimonie presenzieranno i presidenti dei Lions Club di tutta Italia.

Dalla Sardegna a Chambery, in Francia, passando per Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Basilicata. E ancora: Puglia, Sicilia, Campania e Lazio, con tappe importanti a Minturno, Cassino, Sora, Formia, Latina e Roma dove Maddalena renderà omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine.

“La marcia è una rivisitazione dei luoghi di battaglia dell’Arma dei Carabinieri – ha spiegato Maddalena nel corso della conferenza stampa -. Il 29 ottobre saremo sul Garigliano e il 4 novembre a Formia, i posti dove nel 1860 si combatterono due fondamentali battaglie per l’unità d’Italia (Garigliano e Mola). Visiterò luoghi dove si verificarono pagine eroiche ed amare della storia: la guerra è la cosa più triste, la negazione di qualunque sentimento di civiltà. E’ ancora più triste quando, passata la bufera, non si riparano i danni. Spero – ha concluso – di portare una voce di pacificazione”.

redazione

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