“Finora ho preferito non replicare ma è giunto il momento di fare chiarezza”. Il Sindaco Sandro Bartolomeo replica alle dichiarazioni rese negli ultimi giorni alla stampa dall’avvocato Cardillo Cupo in merito al processo penale fissato davanti al Tribunale di Terracina per la giornata di lunedì 3 novembre. Procedimento in cui l’ex assessore si è costituito parte civile per una presunta ingiuria e diffamazione che Bartolomeo avrebbe consumato nei suoi confronti nel corso del Consiglio Comunale del 19 dicembre 2011.
“Nei giorni scorsi – precisa il primo cittadino – sono rimasto in silenzio ritenendo che la vicenda non meritasse alcuna risposta pubblica riguardando aspetti estranei all’amministrazione e alla politica locale. Tuttavia, le continue e ripetute dichiarazioni rese dall’ Avvocato Cardillo Cupo – nei confronti del quale, ribadisco, non ho nulla di carattere personale e professionale mentre lo stesso, per l’amplificazione che sta dando alla vicenda, non manca di manifestare nei miei confronti un comportamento pubblico rancoroso – mi impongono alcune precisazioni e osservazioni. Innanzitutto, come ben sa l’Avvocato Cardillo Cupo, nessuna dichiarazione di contumacia è stata dichiarata ieri dal Tribunale di Terracina, dal momento che la figura del ‘contumace’ non esiste più nel processo penale per una recente riforma, essendo stata constatata dal Giudice la mia mera ‘assenza’ in udienza. Assenza, tra l’altro, dovuta ad impegni istituzionali legati al mio ruolo di Sindaco, sicuramente di importanza e rilievo tali da non essere rinviati per garantirmi la comparizione a Terracina ad una udienza concernente un episodio di natura meramente bagattellare e a cui presenziava il mio legale. Tra l’altro, mi era noto da tempo, e penso lo fosse anche all’Avv. Cardillo Cupo, che il processo di ieri, causa il riparto dei ruoli conseguente alla soppressione dell’ex sede distaccata di Gaeta, avrebbe subito un rinvio d’ufficio presso la sede giudiziaria di Latina. Inspiegabile sarebbe stata quindi la mia assenza dagli impegni istituzionali. Così come è evidente il clamore che l’Avv. Cardillo Cupo ha cercato di dare all’appuntamento processuale rinviato”.
“Pur senza avere l’ardire di anticipare giudizi sostituendomi al Tribunale e senza voler amplificare la caratura di quanto accaduto”, Bartolomeo prova a circoscrivere i contorni dell’episodio avvenuto in Consiglio il 19 dicembre di tre anni fa. “In aula alcuni consiglieri comunali, tra cui il sottoscritto, sottolinearono l’inopportunità del fatto che Cardillo Cupo ricoprisse contemporaneamente il ruolo di assessore e di legale difensore in un procedimento penale per reati di camorra che vedeva coinvolti alcuni esponenti di una famiglia destinataria di un provvedimento di confisca per beni che recentemente sono stati affidati alla gestione comunale. Voglio ricordare all’avvocato Cardillo Cupo che, in quell’occasione, all’indirizzo mio e di altri consiglieri comunali, usò toni ed espressioni che avrebbero senz’altro meritato un sindacato da parte della competente autorità giudiziaria”.
Nella circostanza, “evitai di presentare querela forse perché pensai che i toni e le espressioni accese usate nel corso dei dibattiti consiliari dovessero restare fuori dalle aule di Tribunale”. La cronaca degli ultimi giorni lo ha convinto a cambiare posizione. “Le dichiarazioni affidate alla stampa locale tendono ad amplificare la vicenda per trasformarsi in uno strumento di attacco politico contro la mia persona e contro la carica che mi onoro di ricoprire. Per questo – conclude -, ho dato mandato ai miei legali di fiducia di proporre specifica azione di risarcimento danni nei confronti dell’Avvocato Cardillo Cupo”.