Rifiuti tossici e radioattivi interrati nelle campagne, rischio cancro per milioni di persone, prebende mensili a politici, magistrati e forze dell’ordine, centinaia di omicidi ordinati al di qua e al di là del Garigliano. Le dichiarazioni che il pentito Carmine Schiavone ha rilasciato nell’intervista concessa all’emittente Sky, non sono certo passate inosservate. La gente è preoccupata e strano sarebbe il contrario. Il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo ha scritto al Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti per chiedergli un intervento urgente affinché, con l’ausilio della Dna, si faccia luce sulla vicenda e venga accertata la veridicità delle rivelazioni rese da Schiavone.
L’ex boss del clan dei casalesi, da molti anni collaboratore di giustizia, parla di “rifiuti chimici, termonucleari, industriali e farmaceutico-ospedalieri” che negli anni sarebbero stati interrati nel sud pontino. “Provincia di Casal di Principe”, come lui stesso ebbe a dire agli inquirenti nel corso della sua lunga collaborazione.
“L’allarme sociale è gravissimo – scrive Bartolomeo -, se è vero che l’agro pontino e zone della Campania a noi limitrofe, da cui provengono sui nostri mercati la gran parte dei cibi (frutta, ortaggi, mozzarelle), sono fortemente contaminate”. I Comuni non hanno i mezzi per accertare la fondatezza di uno scenario tanto inquietante. “Se ciò che Schiavone afferma risponde al vero – sostiene Bartolomeo -, siamo di fronte ad un vero e proprio attacco alla salute, senza pari nella nostra storia. Mi astengo dal commentare la vicenda e dal riferire le prevedibili ripercussioni psico-fisiche ed anche economiche che la notizia sta creando sulla popolazione locale, ma non posso esimermi dall’attivarmi ufficialmente in ogni sede utile, nel tentativo di reperire solidarietà e aiuti fattivi per scongiurare del tutto il pericolo o contenere al minimo i danni. L’acquisizione della versione integrale dell’intervista – scrive Bartolomeo nella lettera al Procuratore -, potrebbe fornire elementi indispensabili per l’individuazione dell’ubicazione dei siti ove sarebbero stati sversati i rifiuti nocivi. La loro tempestiva rimozione e la bonifica dei territori contaminati potrebbero eliminare o, comunque, grandemente attenuare gli effetti letali sprigionati sulla inconsapevole e incolpevole popolazione”. Gli eventuli costi, probabilmente ingenti, “non potranno che gravare sui responsabili, una volta individuati, utilizzando le somme confiscate ai clan e/o monetizzando beni già di proprietà di questi e oggi acquisiti al patrimonio dello Stato”.
Chiusura sulle altrettanto sconvolgenti rivelazioni circa le somme che lo stesso Schiavone avrebbe mensilmente sborsato per corrompere politici, magistrati e forze dell’ordine. “Mi aspetto – sostiene il sindaco di Formia – che le Procure competenti abbiano già disposto l’apertura d’ufficio dei relativi fascicoli”.
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