Le indagini partono da una denuncia di furto resa negli uffici del commissariato di via Spaventola, da una ottantasettenne di Formia depredata del suo portafogli nel centro cittadino, pochi minuti dopo aver prelevato denaro da uno sportello di una banca.
Gli accertamenti posti in essere appuravano che ignoti soggetti avevano sfruttato la leggerezza della parte offesa, di annotare il pin del bancomat su un foglietto
all’interno del portafogli, ed avevano utilizzato lo stesso titolo di credito, mettendo in atto in pochi minuti, una serie di prelievi e acquisti per un totale di oltre duemila euro che causavano un ingente danno alla vittima.
Al fine di individuare gli autori del reato, venivano immediatamente richieste le registrazioni di diversi impianti di video-sorveglianza, quali quelli del Comune di Formia, dei vari istituti bancari e dell’esercizio commerciale ove veniva consumato l’indebito utilizzo del bancomat, curando la relativa raccolta delle immagini. Analizzati i video acquisiti, si evidenziava la presenza di due donne che effettuavano gli indebiti prelievi in due banche diverse, nonché l’acquisto fraudolento di un costoso cellulare presso un negozio di via Vitruvio.
Si notava inoltre che le stesse donne venivano accompagnate presso i due sportelli da un’autovettura Fiat Panda di colore bianco, guidata verosimilmente da un complice, il cui numero di targa non era possibile determinare per la scarsa qualità delle immagini.
Tuttavia, grazie alla meticolosa analisi di altre registrazioni video di migliore qualità, acquisite presso altro Istituto bancario, veniva individuato tra i numerosi veicoli in transito, nell’ora di punta del sabato mattina, la targa di una Fiat Panda corrispondente a quella su cui viaggiavano le borseggiatrici, la cui proprietaria era residente in Napoli. Tramite ulteriori accertamenti esperiti tramite la banca dati delle Forze di Polizia, veniva accertato che l’abituale utilizzo della predetta autovettura, non riconduceva proprietaria della stessa ma ad altri soggetti di sesso femminile aventi a carico specifiche segnalazioni di polizia giudiziaria per truffa e furto. A seguito di acquisizione dei cartellini identificativi presso le anagrafe del Comune di Napoli, veniva appurava la perfetta corrispondenza della persona sospettata con una delle donne riprese durante gli indebiti utilizzi del bancomat.
Analogamente veniva riscontrata la correlazione tra l’altro soggetto ripreso dalle telecamere ed un’altra donna anch’essa residente in Napoli, riportante a suo carico una precedente denuncia per furto in concorso proprio con la prima sospettata.
Veniva inoltre ascoltata la preziosa testimonianza dell’addetta alla vendita dell’esercizio commerciale ove era stato acquistato il telefono cellulare, la quale, mostratele un album di foto segnaletiche, rappresentante una serie di donne dedite alla commissione di reati e somiglianti tra loro, non aveva dubbi a notare la forte somiglianza tra l’autrice del reato ed il cartellino raffigurante una delle due indagate.
Il quadro accusatorio veniva completato con l’acquisizione dai portali telefonici dedicati, i numeri telefonici in uso alle malviventi, in correlazione alle celle interessate nella data dell’avvenuto reato, nonché con la comparazione fisionomica tra i cartellini identificativi delle due indagate e le immagini di video-sorveglianza, effettuato dalla Polizia Scientifica.
Le autrici del reato identificate in D.T.F. e C.G. rispettivamente classe 73 e 75, disoccupate, provenienti da Napoli, con un “rispettabile” curriculum vitae, costellato da reati di borseggio ed in tema di stupefacenti, legate ad un capo ultras pluripregiudicato ed attualmente detenuto per traffico internazionale di stupefacenti, sono state deferite all’A.G. di Cassino per quanto di competenza.