Nella conferenza stampa seguita alla firma i due primi cittadini hanno illustrato le finalità del patto che mira costruire una rete di rapporti e servizi utili a migliorare la qualità della vita di entrambi i territori. Terre legate a doppio filo anche oggi: la riorganizzazione della geografia giudiziaria con l’inserimento del Golfo nell’area di competenza del Tribunale di Cassino; l’università che accoglie sempre più giovani formiani grazie alla vicinanza e alla ampliata qualità dell’offerta formativa; la presenza di due ospedali con tanti problemi che, messi in rete, potrebbero offrire servizi migliori, calibrati su un’area omogenea, percorribile in venti, massimo trenta minuti di macchina. Scambi e rapporti quotidiani che rendono ancora più strategica l’aggregazione tra i due Comuni, al di là dell’iter promosso in passato per l’istituzione di una provincia unita, accantonata dai governi e più che mai fuori dall’agenda politica.
Petrarcone ha acceso i riflettori sull’esigenza di realizzare nuove infrastrutture che facciano del basso Lazio la linea di congiunzione prioritaria tra il Tirreno e l’Adriatico. “Pensiamo alla realizzazione di una linea ferroviaria di collegamento tra Cassino e Formia – ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti -. Il tracciato già esistente passa per Suio. Noi vorremmo un progetto più diretto che segua la dorsale viaria della superstrada. Tecnicamente si può, vanno valutati i costi ma per noi è un obiettivo prioritario”.
Si è parlato anche di Sanità. “Ho scritto a Zingaretti – ha dichiarato Petrarcone – perché temo un ridimensionamento dell’offerta sanitaria dell’ospedale Santa Scolastica. Credo si debba iniziare a ragionare per aree. Abbiamo un Dea che è di primo livello soltanto sulla carta. Vista la vicinanza tra noi e Formia, si può lavorare ad una suddivisione delle specializzazioni tra i due ospedali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Sindaco Bartolomeo. “La soluzione potrebbe venire dalla realizzazione di un sistema sanitario integrato – spiega-. Potremmo scambiarci le utenze sanitarie in modo intelligente, coprendo tutta una serie di servizi. Fare venti minuti, mezz’ora di macchina è ben altra cosa che raggiungere Napoli o Roma. Non c’è solo la sanità. Una rinnovata collaborazione tra i due territori offre un ampio ventaglio di opportunità. Da 25 anni sostengo la necessità di un riequilibrio dell’assetto istituzionale. Le province furono designate dal fascismo senza alcun fondamento, né storico, né sociale, né economico. Perché dovrei essere contento di andare a Latina quando in venti minuti posso raggiungere Cassino? Dobbiamo consolidare un legame che esiste già nei fatti. Latina gravita sul polo romano che non ha niente a che vedere con noi e non ha alcun interesse ad attrarre comunità distanti 150 chilometri. Insomma, sono talmente tante le convenienze che ci spingono a stare insieme che dobbiamo solo lavorare per raggiungere i nostri obiettivi”.
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