“Di omofobia si muore. Contro l’omofobia si deve combattere. Per noi di Tilt, quella per l’egualitarismo sociale è una battaglia senza alcuna esclusione di colpi. Non possiamo tacere nemmeno ciò che accade in una scuola di Formia, ma non una scuola qualunque, bensì il Liceo Classico Vitruvio Pollione.
Ci risulta, infatti, che in quest’istituto si annidi un altissimo grado di disinformazione rispetto al tema dell’omosessualità, tanto che, addirittura, ci sono alunni che parlano di omosessualità come una malattia, senza sapere che il 17 maggio 1990 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definì l’omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”, depennandola dall’elenco delle malattie mentali.
Una scuola con alunni che pubblicano sui social pensieri sconvolgenti riguardanti la pratica della gestazione d’ausilio, chiamandola col volgare termine di “utero in affitto”, una scuola nel cui gruppo privato di un social network qualcuno è stato vittima di bullismo omofobico, attraverso una battuta poco velata che, se sul soggetto stesso può non aver avuto ripercussioni, potrebbe averne su molti ragazzi presenti in quell’istituto.
Giovani vite in conflitto perché, troppo presto, o con poca maturità, si trovano a fare i conti con la scoperta della propria sessualità, ritenuta, con troppa severità e poco riguardo, “peccaminosa” da una società deviata dal machismo e “celodurismo”, e poco avvezza ad interagire con l’evoluzione sociale e con l’amore.”
“Noi di Tilt avevamo prontamente interagito con la scuola, dicendo che avremmo messo a disposizione l’associazione e le nostre competenze per trattare l’argomento a scuola. Ci avevano assicurato che si sarebbe affrontato il tema, ancor più visto il delicato momento in cui ci troviamo: sono i giorni in cui si discute il ddl Cirinnà nel Senato della Repubblica italiana. Ci saremmo aspettati che se ne parlasse visto che in Italia, nel 2016, ancora si muore di omofobia. “
“È davvero un peccato che il liceo perda l’occasione di civilizzarsi, considerando anche quanto accadde ben tre anni fa durante la commemorazione del giorno della memoria in cui si parlò di “omocausto”. Ed è davvero un peccato pensare che in quella scuola, dall’austera cultura, in cui si dovrebbero formare futuri cittadini, un argomento così fortemente attuale non si discuta. Paura di prendere posizioni o cosa? Ancora più ci rammarica l’idea che in quel liceo si possano perpetrare atti di bullismo omofobico nell’omertà di un intero istituto che reagisce al tutto rimanendo immobile. Aspettano un suicidio, come fu per il Liceo Cavour di Roma, prima di intervenire, magari dopo una sfilata di solidarietà per la vittima?”
“Chiediamo al Liceo Classico Vitruvio di Formia di reagire, di dare un segnale forte trattando l’argomento in un’assemblea di istituto e istituendo, per il prossimo anno scolastico, l’ora di educazione all’affettività come prevista dalla legge “Buona Scuola”.
Francesco D’Angelis, Referente Tilt Formia
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